Il progetto della Commissione Europea, di finanziare la ricostruzione in Ucraina con i profitti generati dai soldi che sono stati sanzionati e quindi congelati alla banca centrale russa, rischia di diventare un flop. Non solo per la difficoltà di realizzazione e dei costi, ma anche perchè potrebbe portare pesanti conseguenze legali fino ad arrivare ad una causa per pratiche illecite. La legge infatti parla chiaro: i fondi sottoposti a restrizioni, come in questo caso, possono restare bloccati fino a risoluzione della problematica che ha portato al provvedimento, ma non possono essere sbloccati o usati per una cessione a terzi.
In pratica il piano europeo prevede la confisca degli extraprofitti provenienti dal deposito degli asset della Russian Bank, ma per farlo bisognerebbe cambiare la normativa. E questa pratica può risultare molti rischiosa nonchè pericolosa dal punto di vista economico. Molte autorità anche all’interno dell’Europa hanno avvertito in merito al problema, tra questa anche la BCE, che ha sottolineato la propria posizione contraria, perchè teme che una misura simile possa creare grande sfiducia nel sistema finanziario Ue. I funzionari però sembrerebbero decisi a continuare a portare avanti questa ipotesi, giustificandosi con il fatto che sia giusto che la Russia ripaghi le spese dei danni causati dall’invasione.
Ucraina verso l’insolvenza nel 2024, l’Ue vuole confiscare extraprofitti Russian Bank per il finanziamento
Il vice presidente della Commissione Ue, e responsabile degli affari economici, Valdis Dombrovskis ha dichiarato di voler proseguire sulla strada della confisca per i profitti della banca centrale russa, affermando che: “Se non esiste una base legale per farlo bisogna crearne una“. Come sottolinea il quotidiano Frankfurter Allgemeine, che già nei mesi scorsi si era occupato della questione interpellando vari esperti, ci sono molte riserve giuridiche da considerare prima di affrontare una modifica di legge.
Tuttavia il finanziamento all’Ucraina resta particolarmente urgente. Il paese nei primi mesi del 2024 andrà incontro all’insolvenza e un nuovo stanziamento di aiuti, da 58,5 miliardi di euro non basterebbe a coprire le spese del debito. Inoltre c’è da considerare un eventuale ostacolo creato dai paesi che si opporranno a un nuovo provvedimento del genere. Su tutti l’Ungheria che resta sulle proprie posizioni, alla quale si è aggiunta la Slovacchia che ha anticipato un categorico no al voto per approvare un nuovo contributo.