Un tenente colonnello dell’Accademia militare di Modena risulta indagato per le ipotesi di violenza privata, stalking, minaccia o ingiuria a un inferiore: il racconto di una soldatessa, che avrebbe denunciato i fatti contestati all’ufficiale insieme ad altri 10 soldati (tra cui 3 donne) è riportato dal Corriere della Sera e sembra destinato a scuotere un intero sistema. Secondo quanto riporta il quotidiano, la persona finita nel fuoco di un’articolata inchiesta sarebbe il comandante del Centro ippico militare della stessa Accademia, il tenente colonnello Giampaolo Cati, 45 anni.
Secondo l’accusa, avrebbe sottoposto alcuni palafranieri delle scuderie, donne e uomini, a punizioni umilianti, ad esempio lavare frequentemente i genitali dei cavalli, e avrebbe fatto affermazioni sessiste a cui si sommerebbero accuse di body shaming. Gli episodi denunciati alla Procura militare di Verona, che li ha poi segnalati a quella ordinaria di Modena, risalirebbero a due anni fa. Intervenuto alla Tgr Emilia-Romagna, l’avvocato di Cati ha commentato così la posizione del suo assistito: “Il colonnello è certamente contrito per accuse che ritiene infondate, nello stesso tempo è sereno proprio perché consapevole della infondatezza delle accuse e ritiene di poter dimostrare la propria assoluta estraneità ai fatti contestati“.
Ufficiale indagato a Modena, il racconto di una soldatessa dell’Accademia militare
Sarebbero 11 i soldati, 7 uomini e 4 donne, ad aver denunciato colui che sarebbe stato loro comandante al Centro ippico militare presso l’Accademia di Modena, il tenente colonnello Giampaolo Cati, e il racconto di una di loro è stato pubblicato dal Corriere della Sera. “In questi 3 anni – ha dichiarato la soldatessa – mi sono sentita solo usata ed etichettata per il mio aspetto fisico. Il comandante mi avrebbe voluto mettere alla porta d’ingresso del Centro, diceva che così le persone sarebbero tornate per montare a cavallo e che era l’impiego più adatto a me“. La giovane avrebbe inoltre aggiunto di aver subito apprezzamenti sgraditi e non solo: “Più volte l’ho sentito dire ad altri ufficiali ‘Lei ce l’abbiamo solo noi… guarda lì’, mentre ero piegata per pulire gli zoccoli del cavallo e quindi si riferiva chiaramente al mio sedere. Mi ha imbarazzata e offesa“. La soldatessa avrebbe fatto mettere a verbale un’altra accusa che vedrebbe il tenente colonnello fissato con il suo” lato B” al punto da scattarle fotografie a sorpresa senza consenso. Accuse che l’ufficiale, ha precisato il suo avvocato, respinge categoricamente sicuro di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti oggetto della denuncia.
Cati, scrive Ansa, risulta ancora operativo all’interno dell’Accademia di Modena, ma sarebbe stato destinato ad altra mansione. Tra le condotte contestate, secondo l’agenzia di stampa figurerebbero molestie continue al personale femminile con battute a sfondo sessuale, racconti sulle sue esperienze intime e commenti sull’aspetto fisico. Poche ore fa, il tenente colonnello indagato sarebbe stato raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini, atto che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio. È ancora Ansa a riportare un passaggio delle presunte minacce che sarebbero costate a Cati l’accusa di abuso di autorità: “Tu non sai di cosa sono capace. Io, se voglio, una persona la faccio impazzire fino al congedo, se voglio fare male ad una persona la distruggo attaccandomi al collo senza darle respiro, non la lascio più fin quando non l’ho distrutta. Sarei capace di inventarmi qualsiasi cosa sul suo conto anche personale pur di distruggere lui e la sua famiglia“.