«C’è un dato che non può essere cancellato dalle nostre analisi. Ed è a questo punto l’inaffidabilità politica di Italia Viva. Che è un dato presente e che io credo, e questo dovremmo tenerlo in considerazione, comunque, per come avvenuto mina la stabilità in qualsiasi scenario si possa immaginare un coinvolgimento e una nuova possibile ripartenza», con questa apertura Nicola Zingaretti ha esordito l’ufficio politico convocato al Nazareno per definire la linea Dem sulla crisi di Governo.



Non ci sarebbero dunque possibilità per una “ricucitura” dello strappo con Renzi, come del resto ribadito poco dopo dal suo vice Andrea Orlando «La crisi di governo è una scelta irresponsabile, una scelta compiuta da pochi che pagheremo tutti. Nulla di buono verrà neppure per il nostro territorio da questa scelta». Secondo l’ex Guardasigilli, le arrampicate sugli specchi ormai servono molto a poco «il piano di ricostruzione, le risorse europee, non potranno essere utilizzate senza un governo». Col rischio sui fondi Recovery e con lo spettro delle elezioni, il Pd vuole “agitare” le acque per provare a costruire una vera alternativa al Conte-bis ormai defunto e per farlo, spiega Graziano Delrio, serve passare dal Parlamento: «Come gruppo dei democratici vogliamo che la crisi venga parlamentarizzata e che ci siano le comunicazioni».



PD: “RISCHIO ELEZIONI, I RESPONSABILI NON CI SONO”

«I cosiddetti responsabili non ci sono, la maggioranza dopo lo strappo con Renzi non esiste più, quindi è reale il rischio di elezioni a giugno», è questo quanto trapela dalle fonti vicine al Partito Democratico nelle riunioni preliminari all’Ufficio Politico al via tra pochi minuti. Al Nazareno la mossa di Renzi viene del tutto condannata, anche se restano in piedi le due ipotesi (pro-Conte, pro-Renzi) sulla linea da tenere nei prossimi giorni della crisi di Governo. Secondo i Dem, non si potrebbe andare dietro ai rumors sui “responsabili” ma anche «ricucire con Iv sembra una chimera perchè M5s ha chiarito che con Matteo Renzi non ci parla più».



Per questo motivo, la direttiva che sembra emergere dalle fonti del Pd è che il rischio elezioni a giugno è tutt’altro che scartato. Di contro però al Tg2 ha parlato il vicepresidente dei deputati Pd, Michele Bordo, e fa sapere «siamo con Conte. Questo strappo invece rischia di complicare il percorso politico. Per quanto ci riguarda riteniamo che non ci siano alternative a questo governo. Il Pd non è disponibile a qualsiasi esecutivo di scopo o di larghe intese con i partiti della destra». Da ultimo, il vicesegretario Orlando uscendo dagli uffici del Nazareno commenta con i giornalisti presenti «Con 500 morti al giorno e una crisi economica galoppante, Italia viva si è assunta la responsabilità di provocare una crisi che getta il paese nell’incertezza e nella confusione. I nostri appelli – conclude l’ex Guardasigilli – non sono stati ascoltati e purtroppo questo oggi non possiamo che manifestare grandissima preoccupazione».

CONVOCATO UFFICIO POLITICO PD

Alle ore 13 il Partito Democratico riunisce il proprio Ufficio Politico per fare il punto della situazione dopo la fibrillante giornata di ieri che ha consegnato l’apertura della crisi di Governo Conte-2 per mano di Renzi e delle Ministre dimissionarie di Italia Viva: riuniti in video conferenza si confronteranno il Segretario Dem Nicola Zingaretti, il vice Andrea Orlando, il capodelegazione al Governo Dario Franceschini, i capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci e tutti i Ministri in quota Pd. Dopo giornate di trattative, con i “pontieri” Pd in prima linea per cercare di trovare un accordo tra i due “duellanti” Renzi-Conte, sembrava giunta la “quadra” con la visita del Premier da Mattarella e la promessa di un nuovo «patto di legislatura» fatta dal Presidente del Consiglio per le strade sotto il Quirinale.

Tanto che l’ideologo del Pd Goffredo Bettini scriveva su Facebook soddisfatto «Le parole di Conte, dopo l’incontro con il Presidente Mattarella, interpretano lo stato d’animo del Paese. Siamo di fronte a prove terribili. La classe dirigente democratica deve sapersi unire per affrontarle al meglio nell’interesse dei cittadini. Ci sono le condizioni, dopo il buon lavoro con il contributo di tutti sul Recovery Plan, per definire un’intesa di fine legislatura, nei confini dell’attuale maggioranza che in questi mesi ha ottenuto risultati importanti». Poi c’è stata però la conferenza stampa di Renzi dove tutto è stato ribaltato, tanto da far scattare in piedi lo stesso Zingaretti che pure aveva chiamato ieri l’ex Premier per provare a rinsaldare i rapporti: «È un errore gravissimo contro l’Italia, scelta incomprensibile», ha spiegato il Segretario nell’intervista al Tg1.

CRISI GOVERNO: COSA FA IL PD?

L’obiettivo dell’Ufficio Politico del Pd di questa mattina  (convocato inizialmente per le 11 poi slittato alle 13 per via della riunione dei capigruppo in Parlamento proprio sulla crisi aperta) è quello di confrontarsi sulla linea da tenere dopo la crisi di Governo aperta da Renzi: le ipotesi principali in mano al Partito Democratico, che fino all’ultimo ha tentato una ricucitura dei rapporti tra Italia Viva e Palazzo Chigi, restano sostanzialmente 2, l’una opposta dell’altro. O proseguire con la linea “pro-Conte” scaricando definitivamente Renzi, come già i Ministri nelle scorse ore hanno fatto intendere twittando tutti con il medesimo hashtag sui social #AvantiConConte; oppure, provare a ricucire ulteriormente con il leader di Italia Viva accantonando le mire di Conte e provando a costituire una nuova maggioranza con renziani di nuovo dentro e una figura diversa a Palazzo Chigi. Il vicesegretario Orlando non sembra avere dubbi dopo la mossa renziana: «un grave errore fatto da pochi che pagheremo tutti». Per Zingaretti, come ribadirà nell’Ufficio Politico di oggi, «In questi mesi durissimi l’Italia ha potuto contare sul grande impegno di Giuseppe Conte e della squadra di Governo. Ora c’è un Paese da ricostruire, avanti con Conte. Oggi circa 500 morti e noi apriamo una crisi di governo? Io francamente non lo capisco».