Ugo Paolillo, ex Procuratore della Repubblica italiana, è morto tragicamente all’età di 82 anni. A renderlo noto sono le autorità di Rieti che poche ora prima della pubblicazione della notizia erano intervenute in seguito allo schianto di un aliante che non aveva lasciato scampo al pilota. L’incidente è avvenuto a poche centinaia di metri dall’aeroporto Ciuffelli a Quattro Strade, in provincia di Rieti, nel giardino di un’abitazione privata. I soccorsi per Ugo Paolillo, identificato in un secondo momento, si sono rivelati vani, mentre le dinamiche e le cause dello schianto sono in corso d’accertamento da parte delle autorità.



Chi è Ugo Paolillo: morto per uno schianto con un aliante

Ugo Paolillo, insomma, è morto in seguito a quello che ha tutta l’aria di essere stato un violento e terribile schianto con l’aliante. Il suo nome fa in qualche modo parte della stessa storia della Repubblica italiana, tanto di essere diventato protagonista di un film di Marco Tullio Giorgana uscito nel 2021, ovvero Romanzo di una strage. Ad interpretarlo era Luigi Lo Cascio, che ha ripercorso nelle vesti del Procuratore una delle pagine più tragiche ed importanti della storia repubblicana.



Classe 1940, Ugo Paolillo decise di dedicarsi alla giurisprudenza, diventando Procuratore della Repubblica nel corso di anni cruciali, ovvero quelli poi definiti “di Piombo”. La sua prima, grande, opera fu quella di dare il via alle indagini sulla strage di Piazza Fontana, che lo catapultarono al centro del periodo delle stragi squadriste, prima di vederlo attraversare i decenni berlusconiani, che lo resero celebre anche per gli scontri con il ministro della Salute Sirchia. Infatti, opera di Ugo Paolillo fu anche la sentenza che fece la storia della giurisprudenza italiana in merito all’utilizzo autologo delle cellule staminali. Si impegnò anche in tante battagli sindacali (Vanossi, Texas Intruments, Telettra, tra le altre), prima di andare in pensione, dedicandosi alla sua grande passione per il volo a vela. In questo campo divenne per due volte campione italiano (’94 e ’99), e si distinse per un volo di mille chilometri senza mai toccare terra.

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