Ugo Tognazzi è uno dei volti più noti della commedia italiana, che contribuì al successo di questo genere straordinario, che ebbe il proprio exploit negli anni ’60 e ’70. Prima di diventare così famoso, Tognazzi viene chiamato alle armi. Proprio qui, si dedica ad organizzare spettacoli di varietà per i soldati. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’attore ritorna a Cremona dove lavora come archivista. Negli anni successivi viene chiamato nella marina della Repubblica sociale prestando servizio nel Ponente ligure. L’amore per lo spettacolo, però, è talmente forte che nel 1945 abbandona il lavoro e si trasferisce a Milano, dove partecipa a una serata per dilettanti tenuta al Teatro Puccini e viene notato e assunto dalla compagnia teatrale di Wanda Osiris. Nel 1950 arriva l’esodio al cinema. (agg. JC)
CHI È UGO TOGNAZZI: TECHTECHETÈ
L’appuntamento con Techetechetè di oggi, giovedì 16 giugno 2022, ha come protagonista uno dei simboli del cinema italiano: parliamo di Ugo Tognazzi. Attore, regista, comico e sceneggiatore: un artista a tutto tondo, che ha contribuito al successo della commedia all’italiana insieme ad alcuni colleghi, ma anche amici: da Vittorio Gassman a Monica Vitti, passando per Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.
CHI È UGO TOGNAZZI?
Una carriera artistica eccezionale e una famiglia a dir poco ricca. Ugo Tognazzi, infatti, ebbe tre compagne e quattro figli. Dalla relazione con Pat O’Hara nacque il figlio Ricky. Nel 1961 conobbe l’attrice Margarete Robsahm, sposata due anni più tardi. L’anno seguente nacque Thomas. Nel 1972, invece, si sposò con Franca Bettoja: i due ebbero due figli, Gianmarco nel 1967 e Maria Sole nel 1971. Tutti figli d’arte: attori, registi o produttori di successo, buon sangue non mente.
UGO TOGNAZZI, ICONA DELLA COMMEDIA ALL’ITALIANA
Dopo aver lavorato come ragioniere e come archivista, Ugo Tognazzi nel 1945 decise di trasferirsi a Milano per tentare la carriera da attore. L’esordio al cinema risale al 1950 nel film “I cadetti di Guascogna” di Mario Mattoli insieme a Walter Chiari. Dal 1954 al 1959 lavorò in Rai nel varietà “Un due tre” insieme all’amico Raimondo Vianello. Negli anni Sessanta il passaggio alla commedia all’italiana, vestendo i panni di personaggi che sono rimasti nella storia del cinema italiano. Numerosi i film di successo che lo hanno visto protagonista: da “La voglia matta” a “I mostri”, passando per “Straziami ma di baci saziami” e “Venga a prendere il caffè da noi”, fino a “La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone” e “La stanza del vescovo”. Non sono mancate le “tappe” drammatiche, basti pensare a “La Califfa” e a “Questa specie di amore”, entrambi diretti da Alberto Bevilacqua.
UGO TOGNAZZI, UNA CARRIERA DA MATTATORE
Tra i protagonisti di capolavori come le trilogia di “Amici miei” e de “Il vizietto”, Ugo Tognazzi ha anche diretto sei film: l’esordio nel 1961 con “Il mantenuto”, fino a “I viaggiatori della sera” del 1979. Molto amico di attori del calibro di Vittorio Gassman e Paolo Villaggio, l’interprete di Cremona ha raccolto numerosi riconoscimenti nel corso della sua brillante carriera: dai 3 David di Donatello come miglior attore protagonista al premio al Festival di Cannes nel 1981 come miglior attore protagonista nel film “La tragedia di un uomo ridicolo”. E ancora: un Globo d’oro, due Grolle d’oro e quattro Nastri d’argento. Negli ultimi anni della sua vita Ugo Tognazzi lottò con la depressione. La morte risale al 27 ottobre 1990, all’età di 68 anni. L’attore morì nel sonno a causa di una emorragia cerebrale: è sepolto nel cimitero di Velletri.