Gianmarco Tognazzi ricorda il padre Ugo
Gianmarco Tognazzi ricorda il padre Ugo Tognazzi da cui ha ereditato il talento artistico anche se svela di aver scelto di fare l’attore in modo diverso rispetto al genitore. Tognazzi, nella puntata di Oggi è un altro giorno del 27 giugno, ricorda Francesco Nuti, da poco scomparso, che era amico non solo del fratello Ricky, ma anche del padre Ugo. Proprio la notte in cui Ugo Tognazzi è morto, Gianmarco Tognazzi ricorda che quella notte era in macchina proprio con Francesco Nuti.
“Ero in macchina di Francesco Nuti, era quasi più disperato di me“, ricorda Tognazzi che, come osserva Serena Bortone, esattamente come i figli di tanti personaggi pubblici, chiama il padre con il nome. Un ricordo toccante quello di Gianmarco Tognazzi sia sul padre che su Francesco Nuti (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
Ugo Tognazzi, papà di Gianmarco Tognazzi: la carriera nel cinema
L’ospitata di Gianmarco Tognazzi a Oggi è un altro giorno, nella puntata di oggi pomeriggio, sarà sicuramente anche l’occasione per ricordare il grande Ugo Tognazzi. Un volto simbolo del cinema italiano, attore, regista nonché uno dei padri della commedia all’italiana al pari di Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni. Dopo alcune iniziali brevi esperienze lavorative, come ragioniere e archivista, si avvicina al mondo dello spettacolo debuttando al cinema con il film del 1950 di Mario Mattoli I cadetti di Guascogna assieme a Walter Chiari.
Negli anni ’60 si conferma come pilastro della commedia all’italiana in pellicole quali La voglia matta, Le ore dell’amore e L’anatra all’arancia. Nel 1962, poi, viene diretto da Dino Risi in La marcia su Roma. Ma è stato egli stesso anche regista, come per i film Il mantenuto del 1961 e Il fischio al naso del 1967.
Gianmarco Tognazzi e il ricordo del papà: “Più figlio dei suoi figli“
Parlando di papà Ugo Tognazzi, il figlio Gianmarco ne aveva elogiato le qualità caratteriali in un’intervista rilasciata pochi mesi fa al Corriere della Sera: “Pur essendo più figlio dei suoi figli, ogni tanto provava a fare il padre, ma non era severo… ovviamente ci ammoniva dicendo quello che “non si deve fare”. Se però si metteva davanti allo specchio, poteva dire a sé stesso: io ho fatto peggio. Come uomo, per definirlo ho usato il termine Ugoismo, una parola che potrebbe apparire egoistica, invece riguardo a lui significa altruismo“.
Parlando dell’altruismo e della generosità del papà, aveva dichiarato: “Godeva nel vedere gli altri beneficiare di ciò che era in grado di offrire. Si definiva “un povero che mantiene una famiglia di ricchi”: tutto quello che faceva per sé stesso, lo metteva a servizio del prossimo. I suoi apparenti egoismi, li condivideva con parenti e amici, per farli vivere bene. Per esempio, avere una casa grande che gli serviva per ospitare tante persone“.