Chi sono i quattro figli di Gabriele D’Annunzio

Ugo Veniero, Gabriellino, Renata e Mario sono stati i quattro figli di Gabriele D’Annunzio. Andiamo dunque a scoprire qualcosa in più sul conto di ognuno di loro, cominciando da Mario, primogenito di Gabriele D’Annunzio e Maria Hardouin. Il bambino, nato nel 1884, viene affidato quasi da subito ai nonni paterni; frequenterà lo stesso collegio del padre, senza però ricalcare le sue orme da un punto di visto di rendimento. Nel 1906, però, ottiene il diploma di Capitano di lungo corso presso l’Istituto Tecnico Commerciale di Livorno. In seguito Mario entra nelle Ferrovie dello Stato, dove sviluppa un’importante carriera, fino a conseguire il grado di Ispettore capo delle ferrovie.



Il secondo figlio di Gabriele D’Annunzio e Maria Hardouin è stato Gabriellino. Nasce due anni dopo Mario, a Roma, che lascia per trasferirsi con la madre a Parigi. Frequenta la scuola di recitazione e diventa attore di teatro e cinema, fino a quando nel 1925 comincia ad accusare seri problemi di salute, frutto di una di una grave malattia  che renderà per sempre più fragili e precarie le sue condizioni.



Il legame profondo di Gabriele D’Annunzio con la figlia femmina

Ugo Veniero D’Annunzio era invece il terzogenito di Gabriele D’Annunzio e dell’aristocratica romana Maria Hardouin. All’epoca circolarono con insistenza rumors secondo cui il bambino fosse frutto di una relazione della donna col defunto senatore Vincenzo Morello-Rastignac. Si vociferava che D’Annunzio fosse al corrente di tutto e che per questa motivo si allontanò dalla moglie. Tuttavia, in seguito, queste voci si rivelarono false ed infondate.

La quarta figlia del poeta, era Renata Anguissola, nata dalla relazione tra lo scrittore e Maria Gravina Cruyllas. Una figlia a cui Gabriele D’Annunzio era estremamente legato e che chiamava amorevolmente “Cicciuzza”. La ragazza viene ricordata soprattutto per la sua vicinanza ed assistenza al papà nel periodo in cui era in convalescenza a Venezia, nella “Casetta rossa”, in seguito all’incidente rimediato all’occhio destro verificatosi dopo un brutto ammaraggio nelle acque di Grado nel 1916.