Il tema è stato affrontato anche in occasione dell’evento “Uguaglianza come strumento di cambiamento, lavorare per un futuro senza violenza“, organizzato da Comin & Partners e introdotto da Elena Di Giovanni, vicepresidente e co-fondatrice. Durante il quale è intervenuta la statistica Linda Laura Sabbadini, Chair di Women20, la quale ha sottolineato come il nostro Paese sia “indietro rispetto al resto d’Europa su questioni fondamentali“, nonostante le eccellenze che possiamo vantare. Ma questo ritardo è un peso che grava sull’indipendenza delle donne e, come evidenziato da Sabbadini, “alimenta una situazione squilibrata e asimmetrica nelle relazioni di coppia, che permettono l’insorgere della violenza di genere“.
La violenza contro le donne è un’emergenza, ma bisogna agire sul piano sociale ed economico per combatterla. Per Sabbadini va ridotto “il divario drammatico che vede metà delle donne escluse dal mercato del lavoro, mentre l’altra metà vive in condizioni di svantaggio“. Ciò vuol dire anche investire concretamente in infrastrutture e politiche di inclusione. I dati parlano chiaro e mostrano che anche nelle regioni più ricche l’occupazione femminile ha un tasso insoddisfacente: “Al Nord è al 60%, mentre al Sud non raggiunge nemmeno il 30%“. L’Italia è indietro anche a livello formativo. Dunque, serve un cambio di paradigma.
GLI OSTACOLI DA RIMUOVERE
All’evento organizzato a Roma dalla società di consulenza strategica Comin & Partners è intervenuta anche Fulvia Astolfi, co-fondatrice di Obiettivo 5, la quale richiama la Costituzione per ricordare che la rimozione degli ostacoli economici e sociali è compito dello Stato. Astolfi segnala che solo l’80% delle donne ha un conto corrente, e di queste il 30% non ha accesso autonomo al proprio denaro, quindi non possono partecipare economicamente e a livello sociale, sono vittime di una disparità e non possono crescere e far crescere la società.
Afra Casiraghi, partner di Bird & Bird, ha citato il caso concreto di tale studio legale, che nel 2018 aveva una sola donna tra i 13 soci, quindi ha lanciato il progetto Together con un approccio innovativo, perché ha coinvolto anche gli uomini nella crescita professionale delle donne, dimostrando “che le donne possono raggiungere livelli di equity senza l’ausilio di quote rosa, promuovendo un cambiamento culturale profondo che include e responsabilizza entrambi i generi“.
ROMPERE GLI SCHEMI E COINVOLGERE I GIOVANI
La disparità di genere è un problema allarmante per l’Italia che richiede interventi mirati secondo Stefania Pompili, CEO di Sopra Steria Italia, la quale all’evento organizzato da Comin & Partners ha evidenziato la missione della loro realtà, cioè “rompere gli schemi che perpetuano le disuguaglianze e costruire un futuro in cui ogni donna possa esprimere il proprio potenziale, contribuendo così al progresso collettivo“. Ciò è possibile promuovendo la parità di genere, “rivedendo processi, smantellando pregiudizi e creando opportunità concrete“.
Salvatore Amura, amministratore delegato di Valore Italia, ritiene fondamentale coinvolgere nel dibattito i giovani. A tal proposito, rimarca l’azione in corso nelle scuole, ma anche la “scarsa formazione dei docenti, un aspetto su cui è necessario lavorare con urgenza“. Per cambiare davvero le cose, dunque, bisogna aprirsi al confronto con i giovani, che vanno ascoltati e accompagnati col dialogo. “Per loro, molti diritti e conquiste sono già consolidati e acquisiti. Tuttavia, il problema rimane quello della partecipazione diretta: studenti, insegnanti, e tutti gli attori del mondo della cooperazione sociale e scolastica devono lavorare insieme“, perché solo così, conclude Amura, si possono produrre cambiamenti duraturi e importanti.