Lo scontro Di Maio-Salvini ma non solo: il blocco dello striscione ironico sui due vice premier al corteo Uil ha mandato su tutte le furie il Pd. «Un episodio brutto e preoccupante», afferma Emanuele Fiano: «solidarietà ai sindacati oggetto di una azione su cui è necessario fare piena chiarezza. Non può più essere una coincidenza che il dissenso in questo Paese e contro questo governo non venga più tollerato e venga represso sempre più spesso. Ma se qualcuno si immagina di essere diventato il padrone di questo Paese troverà pane per i propri denti». Così il dem Andrea De Maria: «Se fosse confermato l’intervento della Digos, denunciato dalla Uil, per evitare l’esposizione alla manifestazione sindacale di oggi di uno striscione ironico su Salvini e Di Maio saremmo di fronte a un fatto di estrema gravità. La libertà di espressione e di critica sono il sale della Democrazia. Il Governo faccia chiarezza e dica parole chiare rispetto a quanto segnalato dalla Uil Fpl». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LA DENUNCIA DELLA UIL

Bufera dal corteo Uil: il sindacato denuncia il blocco di uno striscione ironico contro Matteo Salvini e Luigi Di Maio, con la minaccia di arrivare allo sciopero generale. Torna di moda il caso striscioni, basti pensare all’episodio di Brembate: sfottò solitamente contro la Lega ed il ministro dell’Interno, con frasi più o meno offensive, rimossi dalle forze dell’ordine. Come riporta La Stampa, lo striscione in questione riporta le immagini dei due vice premier: «Mattè, dicono che mettesse contro il sindacato porta male!!”, dice in una vignetta il ministro del Lavoro con in mano uno smartphone. “Si Gigino, lo so, infatti me sto a portà avanti col lavoro!!”, risponde il ministro dell’Interno, disegnato mentre si fa un selfie con la maglia blu delle Uil Fpl».



CORTEO UIL, “BLOCCATO STRISCIONE CONTRO SALVINI-DI MAIO”

«Volevamo mettere lo striscione al Pincio questa mattina ma ci hanno bloccato perché troppo grande. Abbiamo poi provato a metterlo per strada ma è intervenuta la Digos, dicendo che visto che questo striscione era contro i due vicepremier non poteva essere aperto, ha spiegato il segretario generale della Uil Fpl, Michelangelo Librandi, con la Questura di Roma che ha preso posizione sul caso: «Questa mattina personale impiegato nel servizio di ordine pubblico, predisposto in occasione della manifestazione in favore del rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti pubblici, ha esortato alcuni manifestanti, appartenenti al sindacato della Uil, a rimuovere uno striscione posto su una parete di interesse storico culturale, sita in via Adamo Mickiewicz, nei pressi del Pincio. Nessuna valutazione è stata fatta circa l’aspetto contenutistico, ma, si è ritenuto che lo striscione fosse lesivo del decoro paesaggistico, così come previsto dall’art.49 del codice dei beni culturali e del paesaggio, dove espressamente si vieta il collocamento o l’affissione di cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelate come beni culturali».