Progettava un drone con una testata esplosiva da fornire all’Isis nella speranza di unirsi al gruppo terroristico, ma è stato fermato prima che riuscisse a realizzare il suo sogno. Si tratta di un dottorando di 26 anni dell’Università di Birmingham finito a processo nel Regno Unito, davanti a una giuria presso la Birmingham Crown Court. Laureato in ingegneria meccanica e originario di Coventry, complottava di fornire ai terroristi dello Stato Islamico (IS) un drone in grado di trasportare una bomba o un’arma chimica. Stando a quanto riportato dal Telegraph, Mohamad Al-Bared avrebbe creato delle parti modificate usando una stampante 3D.



Gli investigatori hanno scoperto del materiale, presumibilmente scritto da Al-Bared, da cui emerge che l’idea del drone era «in qualche modo ispirata al design del missile Tomahawk». In aula è stato riportato anche che il giovane aveva compilato un modulo di richiesta di adesione all’Isis e che stava «riferendo a qualcuno» dei suoi progressi nella costruzione del drone. «La sua casa è stata perquisita e la polizia ha trovato un drone. Hanno anche trovato materiale che suggerisce che l’imputato sostiene lo Stato Islamico, un’organizzazione terroristica», ha dichiarato l’accusatrice Michelle Heeley KC alla corte.



“STAVA PREPARANDO ATTENTATI”

Si presume che il dottorando abbia creato il drone esplosivo tra il 1° gennaio 2022 e il 31 gennaio di quest’anno. A casa sua è stata trovata anche una stampante 3D, che potrebbe essere stata usata per creare parti del drone che doveva servire ad aiutare i terroristi. Dopo averlo mostrato alla giuria, la procuratrice ha detto che il drone era di un tipo dotato di carrello di atterraggio e di una piccola fotocamera digitale. «Aveva tutti i componenti necessari per volare. Suggeriamo che sia stato fabbricato per consegnare una bomba… per volare nel territorio nemico dell’Isis e consegnare un’arma chimica o qualche altro tipo di dispositivo».



Il 26enne aveva anche registrato una società nel Regno Unito da utilizzare sempre per i suoi piani. Nel suo cellulare sono stati trovati anche riferimenti a fusibili, detonatori meccanici e una testa “esplosiva”. Da qui la convinzione che fosse in contatto con qualcuno a cui riferiva cosa stava facendo. «L’unica conclusione ragionevole a cui si può giungere è che si può essere certi che si stava preparando ad atti di terrorismo», ha aggiunto la procuratrice. Ma Al-Bared si è dichiarato innocente, negando di essere coinvolto nella preparazione di atti terroristici a beneficio di un’organizzazione terroristica proscritta.