In Uk il caso della “nuova” Charlie Gard fa discutere
In Uk negli ultimi giorni si discute molto attorno al caso di Indi Gregory, bimba di 8 mesi che soffre della stessa patologia rara di Charlie Gard e che, come lui, rischia di essere lasciata senza cure. Soffre, infatti, di una rara malattia del Dna mitocondriale che la costringe a vivere attaccata ad un respiratore, che secondo la decisione della Corte britannica dovrebbe esserle staccato questo pomeriggio, accompagnandola “dolcemente” verso la morte.
Come fu per Charlie Gard, i genitori della piccola Indi non si sono dati per vinti, portando il loro caso in ogni corte in Uk, ma ottenendo sempre lo stesso esito negativo. L’ultimo diniego, in particolare, è stato pronunciato dal giudice Robert Peel che “con il cuore” appesantiti dalla decisione, ha sottolineato che “gli svantaggi di cure così invasive non giustificano i benefici” delle stesse. I genitori di Indi hanno deciso, dunque, di fare appello, ottenendo l’ennesimo risultato negativo da parte dei giudici Uk. Così, a conti fatti, ora Indi Gregory che già lotta tra la vita e la morte, rischia di fare la stessa fine di Charlie Gard, vedendosi negato il diritto a ricevere le cure che gli servirebbero.
Una speranza per Indi dall’Italia
Seppur per Indi, però, tutto proceda nella stessa direzione dell’analogo caso di Charlie Gard, che venne lasciato morire dalla corte Uk nel 2017, un barlume di speranza sembra arrivare dall’Italia. Ne ha parlato l’avvocato Simone Pillon con il quotidiano la Verità, il quale rappresenta gli interessi della famiglia di Indi in Italia già da diverse settimane. “Il respiratore alla bambina volevano toglierlo subito dopo la sentenza“, ha spiegato, “ma i familiari hanno fatto presente che era piena di sedativi”.
L’ospedale in cui è ricoverata negli Uk, dunque, ha accettato di posticipare la decisione sulla “nuova” Charle Gard alla giornata di lunedì, ovvero oggi. Tuttavia, “se noi nel frattempo riusciamo a depositare una dichiarazione di intenti in un ospedale italiano che voglia prendersi cura della bambina”, ha continuato Pillon, “questo diventa un fatto nuovo che permette agli avvocati di intervenire nuovamente presso la Corte inglese, chiedendo l’autorizzazione del trasferimento. In Italia è in corso l’attività che mira a reperire una struttura che si metta a disposizione, proprio come già successo per Charlie Gard e per Alfie Evans“, con la differenza che in questi altri due casi la corte Uk si oppose al trasferimento, mentre per Indi la circostanza non è stata valutata.