Il Regno Unito ha un’altra Brexit in serbo? Nelle ultime settimane è emersa l’ipotesi di un’uscita dell’Uk dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Se prima era impensabile, ora invece per i Tories appare come inevitabile. Le crepe sono apparse il 14 giugno dell’anno scorso, quando la Corte europea dei diritti dell’uomo intervenne nella vicenda dei 7 migranti che stavano per essere deportati in Ruanda. Il volo fu bloccato su decisione del giudice dopo ricorso a Strasburgo. Oltre un anno dopo, il governo di Rishi Sunak è ancora alle prese con l’emergenza migranti e tra i conservatori cresce la convinzione che i voli di deportazione debbano iniziare quanto prima, sicuramente prima delle elezioni del prossimo anno, se il loro partito vuole avere qualche possibilità di vittoria.



L’ostacolo è l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, motivo per il quale i parlamentari chiedono al primo ministro britannico di far uscire il Regno Unito dalla Cedu. Non è un’idea che Sunak ha mai caldeggiato, anzi in passato l’ha definita “non necessaria“, ma avendo puntato la sua reputazione sul blocco in Uk delle piccole imbarcazioni di migranti, facendone uno dei suoi cinque impegni con il Paese, potrebbe ritrovarsi con le spalle al muro. L’articolo 3 della Cedu proibisce la tortura e il giudice di Strasburgo ha stabilito che se i veri rifugiati fossero stati inviati in Ruanda, avrebbero potuto essere rispediti nei loro Paesi d’origine e subire la tortura. Invece, il governo Uk sostiene che non è così, ma se la Corte Suprema di Londra si schiererà con Strasburgo quando si pronuncerà definitivamente sulla legalità dei voli di deportazione in autunno, un numero crescente di parlamentari Tory ritenere l’uscita dalla Cedu l’unica opzione fattibile per trasformare “la politica del Ruanda” in realtà.



MIGRANTI, USCITA UK DA CEDU: DA IPOTESI IMPENSABILE A PLAUSIBILE

L’opinione all’interno del partito parlamentare si è notevolmente indurita, come dimostra la relativa facilità di approvazione della legge sulla migrazione illegale. Questo si riflette nel Gabinetto“, dice una fonte dello stesso al Telegraph. “La domanda è chi potrebbe opporsi, data la situazione, ed è difficile pensare a chi potrebbe farlo“. Il ministro dell’Immigrazione Robert Jenrick si è rifiutato di escludere la prospettiva di lasciare la Cedu, e non c’è da stupirsi, visto che non riesce a risolvere l’emergenza migranti in Uk, visto che i numeri degli sbarchi continuano a salire. “Basta che decolli un volo per il Ruanda e le cose saranno molto diverse“, ha detto una fonte Tory al giornale britannico. Non è la prima volta che circola l’ipotesi di un’uscita della Gran Bretagna dalla Cedu. Ogni primo ministro conservatore del XXI secolo ha minacciato a un certo punto di lasciarla a causa della sua influenza.



Critico fu David Cameron in riferimento alla vicenda del voto ai prigionieri, ma lo è stata anche Theresa May quando la Cedu fermò il suo tentativo di deportare in Giordania il religioso islamico radicale Abu Qatada. La sua campagna per la leadership Tory includeva un piano per rendere l’uscita dalla Cedu un impegno futuro del manifesto. “La cosa più sorprendente è che la Corte di Strasburgo ha inventato un’intera nuova legge europea sull’immigrazione e l’asilo che non ha alcun fondamento (nel suo testo giuridico originale, ndr)“, ha dichiarato il professor Ekins, docente di diritto e governo costituzionale all’Università di Oxford e responsabile del Judicial Power Project del think tank di destra Policy Exchange. La Brexit ha anche dimostrato che abbandonare istituzioni a cui il Regno Unito sembrava legato non è impossibile. Per Sunak, abbandonare una convenzione internazionale che la Gran Bretagna ha contribuito a creare è un anatema. Ma potrebbe ritrovarsi a rivedere la sua posizione proprio per l’emergenza migranti in Uk.