La Gran Bretagna teme attacchi terroristici con l’intelligenza artificiale. Il livello di rischio è nuovamente in rialzo, come riportato dal Times, anche in virtù del fatto che nei prossimi mesi alcuni estremisti islamici dovrebbero essere rilasciati dalle carceri. È per questo motivo che si stanno implementando i sistemi di sicurezza. A comunicarlo è stato il Ministero dell’Interno.
“I prossimi sei mesi saranno impegnativi per l’antiterrorismo e le agenzie di intelligence”, ha annunciato. La strategia aggiornata, chiamata Contest, tiene conto del fatto che, nonostante ci sia una prevalenza di attacchi meno sofisticati nel Regno Unito, la minaccia ora e per il futuro è “più diversificata, dinamica e complessa”. Il terrorismo interno è meno prevedibile, più difficile da rilevare e più arduo da indagare, mentre la minaccia dei gruppi terroristici islamisti all’estero è rimasta “persistente” e più visibile. L’intelligenza artificiale ha offerto a entrambi i soggetti il potenziale per una attività terroristica efficiente con pochi sforzi.
Uk teme attacchi terroristici con AI: gli avvertimenti del Ministero dell’Interno
È probabile che i terroristi islamici sfruttino la tecnologia dell’AI per creare e amplificare contenuti radicali, come materiali per la propaganda e didattici, nonché per pianificare e commettere attacchi terroristici stessi. La proliferazione della crittografia end-to-end e la disponibilità di strumenti di anonimizzazione hanno offerto ai criminali l’opportunità di comunicare senza il rischio di essere scoperti o identificati. La Gran Bretagna ha già dovuto affrontare il fenomeno nel recente passato. Jaswant Singh Chail ad esempio è stato incarcerato alcuni mesi fa dopo aver pianificato un attacco alla regina Elisabetta II al Castello di Windsor nel 2021.
È da considerare però che queste tecnologie sono uno strumento importante anche per la polizia antiterrorismo e le forze dell’ordine. L’AI consente infatti alle agenzie di intelligence di operare in un modo che “non era concepibile” fino a pochi anni fa. La collaborazione tra spie umane e intelligenza artificiale è dunque alla base di un buon lavoro.