Nel Regno Unito negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito sulle garanzie governative alla libertà di parola, legato (in questa occasione) ad un’interrogazione resa davanti al Parlamento dal ministro laburista Moseley Tahir Ali che ha aperto ad una legge sulla blasfemia chiedendo quali siano le azioni che il governo intende intraprendere per frenare i crimini d’odio contro la comunità islamiche e la cosiddetta islamofobia: il riferimento e l’esigenza – almeno, a dire di sir Tahir Ali – sarebbe legato ai violenti gesti a cui i cittadini britannici assistono ormai da un anno a questa parte dallo scoppio della guerra in Medio Oriente con circa 5mila episodi di odio anti-musulmano registrati dall’organizzazione Tell Mama UK negli ultimi 12 mesi.
Tornando all’interrogazione di Moseley Tahir Ali, davanti al Parlamento ha ricordato che già lo scorso anno “la Nazioni Unite hanno adottato una risoluzione che condanna la profanazione dei testi religiosi” che incontrò “l’opposizione del governo precedere”; per poi chiedere al Primo ministro Keir Starmer come intendere impegnarsi “per introdurre misure per proibire la profanazione di tutti i testi religiosi” aprendo – come dicevamo prima – allo spettro di una possibile legge sulla blasfemia.
Le critiche alla legge sulla blasfemia ipotizzata in UK: “Lede la libertà di parola e di critica delle religioni”
Dal conto suo, all’interrogazione di sir Tahir Ali sulla legge sulla blasfemia il Primo ministro Starmer si è limitato a concordare “sul fatto che la profanazione sia orribile e dovrebbe essere condannata in tutta la Camera”, ed evitando accuratamente di rispondere delle azioni future che intende intraprendere, ha precisato che “siamo impegnati ad affrontare tutte le forme di odio e divisione, inclusa l’islamofobia in tutte le sue forme”.
Una risposta – quella di Starmer – che ha generato non poche critiche da ogni parte della società con alcuni che parlano di una vera e propria “giornata nera” ed altri – tra i quali il parlamentare David Davis – che ritengono l’adozione di una simile legge un arretramento rispetto alla storica tradizione britannica sulla libertà di parola che si estende anche al “diritto assoluto di criticare la religione”: tornando indietro nel tempo – infatti – nel 1600 il Regno Unito aveva adottato una legge sulla blasfemia che fu abolita nel 2008 per tutelare la laicità dello stato e la libertà di parola di ogni individuo.