Uk, il nuovo governo ha mostrato l’intenzione di voler ripristinare le relazioni diplomatiche e e commerciali con L’Unione Europea dopo la Brexit. Lo stesso primo ministro Keir Starmer, ha annunciato questa ricostruzione dei rapporti come “Una assoluta priorità”, già da subito dopo l’insediamento in seguito alle elezioni. La Commissione europea ha accolto molto positivamente questa dichiarazione, tuttavia, come sottolinea un articolo del quotidiano britannico The Independent, ci sono una serie di punti, stabiliti da Bruxelles, che dovranno essere chiariti prima di raggiungere un accordo formale.



Questo perchè, la sola volontà non basta a ricucire quanto accaduto con l’uscita, che per l’Ue ha rappresentato un vero e proprio “recesso” dalle clausole contrattuali che gli altri paesi membri hanno accettato.Sono quindi stati pubblicati alcuni punti chiave, che dovranno essere rispettati dal governo Uk per poter procedere. L’elenco è stato reso noto dal Financial Times ed è principalmente incentrato sui diritti dei cittadini europei che vivono in Gran Bretagna oltre che su alcune certificazioni per le importazioni di alimenti e prodotti agricoli dall’Ue.



Cosa chiede la Commissione Europea per ripristinare le relazioni commerciali Uk-Ue dopo la brexit

L’elenco di 8 punti che il nuovo governo Uk dovrà rispettare per poter ripristinare le relazioni con l’Ue riguarda specifici accordi di cooperazione, che erano stati stabiliti già poco dopo la brexit, ma che in molti casi non sono stati rispettati, anche se con il precedente governo dei conservatori di Rishi Sunak, qualche passo avanti era già stato fatto. Tra le necessità, individuate dal diplomatici Ue, c’è quella relativa ai diritti dei cittadini europei che vivono e lavorano in Uk. La richiesta è quella di cancellare l’obbligo di fare una domanda separata per ottenere la residenza, solo dopo aver vissuto in Gran Bretagna per un minimo di 5 anni.



Sempre in merito ai liberi spostamenti di persone, c’è stata anche la richiesta di rimuovere il blocco che attualmente sussiste, per gli studenti che vogliono fare scambi culturali scolastici, come ad esempio l’adesione al programma Erasmus, che per i giovani europei non è più previsto. Poi c’è la richiesta sui controlli alle frontiere nell’ambito delle esportazioni alimentari e animali. Su questo l’Ue ha chiesto maggiore rigorosità delle certificazioni, ma non solo. Anche per le spedizioni di pacchi, l’urgenza da risolvere è una maggiore semplicità della procedura dei controlli sulle dichiarazioni di contenuto.