A quasi 24 ore esatte dalla fine delle discussa cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 2024 è arrivato anche il commento di Jean-Luc Mélenchon – fondatore del Partito di Sinistra ed attuale leader di La France Insoumise, anche questo di sinistra – che come molti altri suoi colleghi ed avversari politici ha criticato alcuni tra i punti più discussi: innanzitutto la rappresentazione di Maria Antonietta decapitata e – in secondo luogo – anche l’Ultima cena in chiave drag queen che aveva già attirato le critiche di politici ed ecclesiastici da ogni parte del mondo.
Il punto di partenza è che Mélenchon – dal conto suo – sottolinea di odiare “Parigi vuota nelle strade, nei bistrot e nei ristoranti”, e partiva già con pochissime aspettative positive; salvo poi perdersi “come tante, davvero tante, persone” in quell’articolato e lungo spettacolo che è riuscito a mettere in scena “il meglio in termini di creatività e derisione. Il meglio [del] connubio tra tecnica e pura creazione” che è riuscito a celebrare al meglio “Parigi (..) da ogni sua angolazione”.
“Credo – continua Mélenchon – che nessuno potrà dimenticare questo spettacolo” e sembra (quindi) ovvio che “il suo creatore ha raggiunto l’obiettivo” e se le sente – a differenza di molti colleghi – di fargli i suoi pienissimi complimenti; a lui e a “tutti coloro che, a livello tecnico, hanno tenuto con successo la trincea affinché tutto fosse a posto quando era necessario”, un compito tutto fuorché semplice.
Le critiche di Mélenchon alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2024 di Parigi
Ma dall’altra parte Mélenchon non si risparmia neppure le critiche per la cerimonia delle Olimpiadi, partendo proprio dalla “testa mozzata di Maria Antonietta” perché “la pena di morte e la [sua] esecuzione appartengono ad un’epoca di punizioni che non vogliamo vedere più”; soprattutto in uno spettacolo che dovrebbe “celebrare la Repubblica e tutto ciò che ha portato”, mentre la morte “non può mai essere uno spettacolo e l’umiliazione dei condannati è sempre eccessiva”.
Similmente: “Non mi è piaciuta la presa in giro dell’Ultima Cena cristiana“, perché pur evitando di parlare di “blasfemia, [perché] questo non riguarda tutti” Mélenchon si chiede anche “perché rischiare di ferire i credenti” anche se lo stato di fatto è “anticlericale. Quella sera stavamo parlando al mondo [e] tra i miliardi di cristiani – si chiede – quante persone coraggiose e oneste [ci sono] che a cui la fede aiuta a vivere e sanno partecipare alla vita di tutti, senza dare fastidio a nessuno”.