Il 6 aprile 2023 è il Giovedì Santo, giorno in cui si commemora l’Ultima cena di Gesù, questo giorno come gli altri della Settimana Santa, ci avvicina alla Pasqua di Risurrezione di Gesù e fa parte del cosiddetto Triduo Pasquale, i tre giorni in cui si ricordano la Passione, la Morte e la Resurrezione. Le celebrazioni della Chiesa Cattolica di questa giornata particolare del Giovedì Santo si aprono con il rito mattutino, durante il quale il vescovo consacra il sacro crisma, ossia degli olii utilizzati per i Sacramenti di Battesimo, Cresima, Estrema Unzione e Ordine Sacro dell’anno successivo. Diaconi e sacerdoti si collocano intorno al proprio vescovo prima di recarsi presso le rispettive chiese, nelle diverse parrocchie, per poi celebrare Passione, morte e Resurrezione del Cristo. Durante il pomeriggio, arriva il momento della Messa “in Coena Domini”, che è il rito con cui si fa il vero proprio ricordo dell’ultimo pasto consumato da Gesù, insieme ai propri Discepoli nel cenacolo.
Durante questa celebrazione si ricorda quindi l’istituzione dell’Eucarestia, da parte di Gesù, così come ricordato nei Vangeli, la lavanda dei piedi e l’annuncio del tradimento da parte di Giuda Iscariota. Al termine della Messa del Giovedì Santo, il Sacramento non verrà riposto nel tabernacolo centrale della chiesa, che verrà lasciato aperto, ma all’interno di una cappella laterale, dove vi rimarrà fino al giorno dopo. Da questo momento la chiesa viene oscurata, perchè si dà inizio alla Passione: i crocefissi saranno coperti, le campane non suonano e l’altare non verrà adornato. A conclusione della celebrazione del Giovedì Santo, l’assemblea non viene congedata da nessuna formula e l’assemblea si scioglie nello stesso silenzio con il quale si avvia la celebrazione del Venerdì Santo, senza riti introduttivi.
L’istituzione dell’Eucarestia durante l’Ultima Cena
Tutti e quattro i Vangeli riportano l’episodio dell’Ultima Cena: avvicinatasi la Pasqua ebraica, Egli mandò i Discepoli a preparare la tavola per poter cenare insieme. È il Vangelo di Giovanni che racconta della Lavanda dei piedi, quando Gesù, cinte le vesti, si alzò dal proprio posto per lavare e asciugare i piedi agli apostoli. Un gesto considerato quasi oltraggioso, ma che il Figlio di Dio aveva scelto di commettere con piena consapevolezza e carità. Un gesto normalmente riservato ai servi, ricordiamo infatti, che a quei tempi si camminava su strade piene di fango e polvere.
Nel momento in cui Gesù si diresse verso Simon Pietro, quest’ultimo inizialmente si oppose fermamente: “Signore tu lavi i piedi a me?”, Gesù gli rispose “Se non ti laverò, non avrai parte con me”, Pietro si convinse, imparando così dal Maestro come donarsi totalmente.
È a questo punto che Gesù, rimessosi a sedere, dialogo con gli amati discepoli e fa cenno al tradimento di Giuda, alle richieste insistenti dei discepoli sull’identità del traditore, porge a Giuda Iscariota un boccone intinto, dopo avergli detto “Quello che devi fare, fallo al più presto”. Quest’ultimo scappò nel buio dopo il suo dono.
Nel corso dei secoli, il Cenacolo è stato raffigurato da numerosi artisti e sempre con il Cristo al centro e gli Apostoli intorno a lui. Giuda non si rese conto dell’ultima chiamata del Cristo, ormai sopraffatto dal demonio. Nel corso della cena, Gesù fece diverse rivelazioni importanti che sarebbero state raccolte all’interno del Nuovo Testamento
Gesù decise anche di prendere del pane, pregare per la benedizione e spezzarlo, per poi darlo ai suoi discepoli. Fu proprio da questo evento che nacque il rito dell’eucaristia.
Gli altri Santi e Beati del 6 aprile
Il 6 aprile è anche il giorno dedicato alla commemorazione di altri santi importanti. Tra questi, vanno menzionati il vescovo San Bertamo di Kirwall, il patriarca di Costantinopoli Sant’Eutichio, l’abate San Guglielmo di Eskill, il vescovo martire Sant’Ireneo di Sirmio, il sacerdote San Pietro di Verona e l’abate Sant’Urbano.