E’ nata la Ultimate Tennis Showdown e, possiamo ben dirlo, Patrick Mouratoglou è stato di parola. Il coach francese, allenatore di Serena Williams, nei giorni scorsi aveva scritto una lettera aperta al mondo del tennis chiedendo che, in epoca di Coronavirus ma con sguardo anche al futuro, i giocatori “minori” fossero tutelati in qualche modo, non avendo gli introiti dei big derivati anche dagli sponsor. Detto, fatto: l’annuncio di un nuovo torneo è arrivato praticamente subito, esplicitato in un’intervista rilasciata a Tennis Majors. Si terrà presso la sua academy – a Biot, circa 25 chilometri da Nizza e 45 da Montecarlo, dunque in location particolarmente esclusiva – a partire dal 16-17 maggio e prevedrà un montepremi, un campione ufficiale e la prospettiva di farla diventare un tour mondiale. “Vorremmo andare in altri posti: negli Stati Uniti, in Australia e in Asia” ha già fatto sapere Mouratoglou. Che ha anche chiarito fin da subito lo spirito del torneo: ci sarà maggiore interazione con il pubblico e la presenza degli allenatori in campo, perchè “abbiamo tennisti straordinari ma devono comunicare di più”, anche per fare da traino ai giovani.
Al momento sono stati resi noti solo quattro dei 10 giocatori che parteciperanno alla Ultimate Tennis Showdown, e tra questi c’è anche Fabio Fognini (il quale meno di una settimana fa aveva dato la stagione per finita); gli altri sono Alexey Popyrin (l’idea del torneo sarebbe nata dal padre), David Goffin e Benoit Paire (che come Popyrin fa parte della Mouratoglou Academy). Parliamo di tennisti di sicuro spessore e che gli appassionati conoscono bene ma, al momento, mancano i grandissimi nomi, per intenderci i big Three e magari qualche giovane già oggi in Top Ten (potrebbe eventualmente esserci Stefanos Tsitsipas, altro “cadetto” di Mouratoglou); difficile che partecipino perché la competizione è ancora piuttosto nebulosa e, soprattutto, non è ancora certo che si giocherà anche se il suo inizio è previsto tra meno di un mese. Mouratoglou ha detto che altri tennisti devono confermare la loro presenza, e via via saranno annunciati ufficialmente; si giocherà un totale di 50 match e al momento sembra che la formula della UTS preveda un round robin in cui tutti affrontano tutti, con classifica basata sulle vittorie ma anche, come già succede per Coppa Davis e Atp Finals, sul numero di set e game vinti.
Mouratoglou dice che la Ultimate Tennis Showdown non sarà in competizione con Atp e Wta; tuttavia, se il primo e fondamentale proposito – quello di fornire un’alternativa in tempi di Coronavirus e tornare a giocare in tempi brevi – è nobile e certamente utile, sul lungo termine non si può fare a meno di pensare che il torneo possa creare dei problemi. E’ già così per la Laver Cup, la competizione nata dalla mente di Rod Laver e sponsorizzata principalmente da Roger Federer: il lockdown nel mondo del tennis ha portato alla sovrapposizione del calendario rispetto allo slittamento del Roland Garros (e degli Internazionali d’Italia?) e si è già iniziato a discutere di quale torneo sia più importante dell’altro. Ecco: la UTS si inserirebbe in un calendario già fitto di eventi, nel quale è già stato necessario rivoluzionare la formula della Coppa Davis per renderla meno “ingerente” rispetto alla Atp. Cosa succederà dunque quando si potrà tornare a giocare regolarmente? Per il 2020 il torneo di Mouratoglou è previsto a maggio, già dal prossimo anno non lo si potrebbe disputare in questo periodo dell’anno.
Al momento, la Ultimate Tennis Showdown – soprattutto nel desiderio di renderlo un appuntamento itinerante – pare somigliare agli eventi pro che venivano organizzati pre-era Open, e chi sceglieva la via del professionismo girava il mondo sfidandosi ogni sera in match di tennis che passavano per mere esibizioni, ma almeno permettevano di generare introiti nelle tasche rispetto al veto posto nel mondo dei dilettanti. Ancora, un paragone lo si potrebbe fare con il World Team Tennis: negli anni Novanta e Duemila è diventato una sorta di show per scaricare la tensione di tutta una stagione e divertirsi mantenendosi in forma, se non altro alle origini era una cosa parecchio più seria e aveva coinvolto anche Elton John (autore dell’inno della squadra di Philadelphia) e il compianto Jerry Buss, introdottosi allo sport professionistico attraverso il tennis per poi lanciarsi alla guida dei Los Angeles Lakers.
In ultimo, siano permesse due domande che riteniamo legittime riguardo la Ultimate Tennis Showdown. Patrick Mouratoglou ha fatto notare che in Francia il lockdown da Coronavirus dovrebbe terminare il prossimo 11 maggio, e dunque si potrà tornare a giocare almeno nella sua accademia. Verissimo, ma sarà così anche negli altri Paesi? In Italia, per esempio, si continua a ventilare l’ipotesi di una Fase 2 graduale e scaglionata per regioni, e le ultime a riaprire lo farebbero a giugno inoltrato; in altre nazioni la situazione potrebbe essere ancora peggiore. Da cui la seconda considerazione: Atp, Wta, ITF e Slam hanno chiuso la porta al tennis fino a giugno, tanto che anche Wimbledon è stato cancellato. Come verrebbe presa la notizia di un torneo “autonomo” giocato a metà maggio? La UTS insomma potrebbe non iniziare mai, almeno non quest’anno; per le stagioni a venire, i punti di domanda li abbiamo già esplicitati. Se non altro, bravo Mouratoglou: ha dimostrato che, anche se parrebbe difficile, denunciare un problema e muoversi in prima persona per risolverlo è possibile.