A palazzo Grazioli è tutto pronto: la chiusura è imminente, gli scatoloni sono ormai chiusi e affastellati al piano terreno, eppure nessuno sa veramente quando partiranno e, soprattutto, dove approderanno. Metafora di una situazione politica impietosa, sempre sull’orlo dello sfratto e mai destinata ad approdi sicuri e seri! Tutto sembra dipendere da un evento o, forse, solamente, da alcune parole.



Che il Premier Giuseppe Conte, com’è apparso chiaro dalla conferenza stampa di fine d’anno, non possa accogliere/sopportare il diktat politico del piano “CIAO” presentato  dal senatore di Scandicci come guanto di sfida politico lanciato – e qui c’è ormai molto di personale (come fu con Matteo Salvini) – all’inquilino di palazzo Chigi (e forse non solo) è fuor di dubbio.



Che poi il Governo: quello che, in piena pandemia, dovrebbe gestire – sul momento – il piano di vaccinazioni dell’intera nazione e porre le basi di un piano di “rinascita italiana”, possa restare appeso alle sorti di un nome per la carica di capo dei servizi segreti appare alquanto insostenibile e incomprensibile persino al Pd che ambisce, più dello stesso incursore fiorentino (che sembra puntare piuttosto al ministero della Difesa) a quella carica.

Un orizzonte cupo che fa presagire un’imminente resa dei conti che però – c’è da scommetterci – non arriverà prima dell’anno nuovo; prima delle parole che il Presidente – assai taciturno sulla situazione politica in queste ultime settimane – vorrà offrire alla Nazione. Ovvero all’opposizione!



Sì perché, com’è probabile visti i precedenti, se il Presidente Sergio Mattarella tornerà a invocare la “solidarietà nazionale” e, soprattutto, la “responsabilità istituzionale”, tutto sarà – improvvisamente – chiaro anche per l’indirizzo a cui recapitare gli scatoloni in giacenza a palazzo Grazioli.

Alla parola magica “responsabilità” seguirà, come un riflesso pavloviano, l’immediata parlamentarizzazione della “verifica”, l’immancabile resa dei conti e l’apertura di una nuova fase politica.

Sì, perché le probabili parole del Presidente avrebbero come effetto il rafforzamento del Premier mentre metterebbero con le spalle al muro Matteo Renzi costretto ad abbandonare l’Aventino (e perdere di credibilità politica) oppure a uscire dall’Esecutivo per far posto all’ala azzurra (in fermento da tempo).

Tutto in virtù delle raccomandazioni, invocazioni e consigli del Colle più Alto: ombrello istituzionale (sempre molto ampio ed ambito) sotto il quale anche l’ala leghista moderata (quella capeggiata da Giancarlo Giorgetti, tanto per capirsi) potrebbe trovare – alla fine – riparo.

…. e la villa sull’Appia antica può attendere!