L’ambasciata di Israele a Roma è stata chiusa. L’ipotesi è che la decisione, presa da Israele e non dalle autorità italiane, sia legata a motivi di sicurezza dopo le minacce ricevute per il raid all’ambasciata dell’Iran a Damasco. Non è cambiato nulla, comunque, per quanto riguarda il dispositivo di vigilanza esterno della sede diplomatica, che è di competenza dell’Esercito. Dunque, i soldati continuano a presidiare l’edificio di via Michele Mercati, ai Parioli, blindato su entrambi i lati, di viale Bruno Buozzi e di via Luigi Aldrovandi.



Secondo i media israeliani sarebbero circa 30 le ambasciate chiuse oggi in tutto il mondo per l’allarme attentati. Non è chiaro se l’attività dell’ambasciata proseguirà, nonostante la chiusura al pubblica. Repubblica aggiunge che il centralino dell’ambasciata israeliana è rimasto inattivo anche nelle ore di apertura al pubblico, questo sarebbe il segno che la sede diplomatica era stata sgomberata. (agg. di Silvana Palazzo)



Ultime notizie, guerra in Ucraina: Nato, “Dobbiamo dare più armi a Kiev”

Siamo arrivati al giorno numero 772 della guerra in Ucraina e nella giornata di ieri è uscito allo scoperto Dimitri Peskov, portavoce del Cremlino, che ha dichiarato che “di fatto” le “relazioni” tra Russia e Nato “sono ormai scivolate al livello di un confronto diretto”.

E a proposito di Nato, sono significative le parole del generale Stoltenberg secondo cui l’Alleanza Atlantica dovrebbe dare più armi a Kiev. Nel contempo ha parlato anche il ministro degli esteri russi, Sergei Lavrov, che ha affermato che “Kiev non è indipendente nelle proprie azioni, esegue ordini impartiti dall’Occidente il cui obiettivo è solo quello di vincere contro la Russia”. Lavrov è inoltre tornato sull’attacco terroristico a Mosca, puntando ancora una volta il dito contro Kiev: “È già evidente che dietro l’attacco terroristico al Crocus c’è una traccia ucraina”, le parole in occasione di una tavola rotonda a Mosca sul conflitto in Ucraina.



Ultime notizie, morto il designer Gaetano Pesce

Grave lutto nel mondo del design. Nella giornata di ieri, come riferito da TgCom24 attraverso il proprio portale, è morto Gaetano Pesce, considerato uno dei più grandi designer italiani e non solo, nonché un importante artista. Divenne in particolare famoso per la sua famosa poltrona Up, una seduta decisamente morbida, fra i pezzi di design più noti di sempre.

Gaetano Pesce era nato in Liguria, a La Spezia, nel 1939, ed è quindi morto all’età di 84 anni. A dare la notizie del suo decesso è stato il suo staff, che attraverso Instagram ha scritto: “È con il cuore pesante che annunciamo la scomparsa del visionario creatore Gaetano Pesce”. Pesce aveva studiato architettura e disegno industriale a Venezia. Dopo aver vissuto ad Helsinki e Parigi si era trasferito nel 1983 negli Stati Uniti dove viveva tutt’ora.

Ultime notizie, arrestato il sindaco di Triggiano

Antonio Donatelli, sindaco di Triggiano in provincia di Bari, nonché Sandro Cataldo, marito dell’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, referente del movimento politico Sud al centro, sono stati arrestati ai domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale nell’ambito di una indagine della Direzione distrettuale antimafia riguardante una presunta compravendita di voti per le elezioni comunali che si sono tenute nello stesso comune del barese nel 2021.

Nel contempo Maurodinoia, al momento solo indagata, ha deciso di dimettersi e nei suoi confronti è stata disposta una perquisizione così come riferito da TgCom24.it. Secondo quanto emerso si sarebbero comprati voti per 50 euro l’uno in vista delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, e in totale sette persone sono state poste ai domiciliari e una è finita in carcere, mentre ad altri due sono stati notificati i divieti di dimora.