E’ durissimo il bilancio che ci giunge da Beirut, capitale del Libano, a seguito degli scontri fra i manifestanti e le forze dell’ordine. Come riferisce l’agenzia Ansa, citando fonti mediche, circa 400 persone sono rimaste ferite, tutte scese in piazza per manifestare contro il governo. La popolazione, come spiega RaiNews, punta il dito contro il peggioramento delle condizioni economiche del paese, e durante la manifestazione si sono verificati lanci di pietre e di sbarre metalliche, ma anche di fuochi d’artificio nei confronti degli agenti in tenuta antisommossa. Il terreno della battaglia è stato piazza Nijmeh, vicino alla sede del Parlamento libanese. Non è la prima volta che la popolazione libanese scede in piazza per manifestare contro il governo; le proteste sono infatti iniziate lo scorso 17 ottobre, alla luce dello scioglimento del precedente esecutivo. A tutt’oggi, però, il governo del Libano non è ancora stato in grado di formare un nuovo esecutivo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



Ultime notizie, Yemen: 70 soldati uccisi dopo attacco missilistico

Gravissimo attentato avvenuto nelle scorse ore in Yemen. Come riferiscono l’Ansa e TgCom24.it, almeno 70 soldati sono rimasti uccisi a seguito di un attacco missilistico. Le vittime sono tutti militari pro-governativi che sono state colpite dai ribelli Houti. Questi hanno preso di mira una moschea nella provincia di Marib, nella zona centrale della nazione yemenita, compiendo una strage. La notizia è riferita da fonti mediche e militari e sulla vicenda si è espresso il presidente dello Yemen. Abd Rabbo Mansour Hadi ha puntato il dito contro il gruppo degli Houti, definendo l’attacco “codardo e terroristico”, come riferisce l’agenzia ufficiale Saba. Non è ben chiaro il numero dei feriti di conseguenza non è da escludere che il bilancio possa ulteriormente aggravarsi nel corso della mattinata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



Ultime notizie, tensione Khamenei-Trump

Ultime notizie: parole di fuoco dall’Iran, dove l’ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema del Paese, ha definito Donald Trump “un pagliaccio”. Il presidente degli Stati Uniti ha replicato che “Ali Khamenei dovrebbe stare molto attento a ciò che dice”: parole che non possono suonare come una minaccia dopo l’uccisione di Qassem Soleimani. Il leader supremo iraniano ha attaccato il “grande Satana” durante la preghiera del venerdì. Trump ha replicato su Twitter coniando per l’Iran quello che è stato lo slogan vincente della sua campagna per la Casa Bianca: “Make Iran Great Again”. Il tentativo di sobillare un popolo fiaccato dalle sanzioni contro il regime è evidente: così come la volontà della Repubblica Islamica di mostrare i muscoli per rinvigorire lo spirito nazionale dopo lo schiaffo rappresentato dalla morte del generale Soleimani.



GOVERNO STUDIA TAGLIO CUNEO FISCALE

A Palazzo Chigi si è discusso del taglio del cuneo fiscale sui redditi fino a 40 mila euro e del progetto di riforma globale del sistema tributario. In particolare si è analizzata la questione Irpef per favorire i pensionati, le famiglie ed i lavoratori. Nel dettaglio: dopo la soglia dei 28 mila euro e fino al limite dei 35 mila euro la diminuzione dei tributi calerebbe progressivamente fino all’importo di 80 euro al mese. E’ questo il contenuto di una proposta illustrata dal governo ai sindacati. Lo scopo è dare sicurezza alla classe più debole, riconsegnando alle famiglie, ai lavoratori autonomi o dipendenti ed ai pensionati un sistema fiscale meno gravoso. Nella legge di bilancio, sottolinea Conte, il governo ha devoluto 3 miliardi di euro per il 2020 al fine di ridurre il cuneo fiscale in favore dei salariati. Una prova, conclude il Presidente del Consiglio, che il nuovo progetto fiscale riduce concretamente i tributi. Sulla questione è intervenuto anche Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, sottolineando che c’è stato “il primo passo di una più generale riforma fiscale”. Si tratta, comunque, di “un primo segnale importante e concreto a sostegno della crescita”.

VOLO OLBIA-ROMA: FUMO A BORDO, ATTERRAGGIO D’EMERGENZA

Momenti di terrore sul volo Olbia-Roma. Secondo una prima ricostruzione dei fatti da parte di un passeggero, l’interno dell’aereo Air Italy si sarebbe riempito di fumo subito dopo il decollo. Il pilota è stato costretto ad una manovra di atterraggio di emergenza all’aeroporto di Olbia. Un bambino è stato portato in ospedale per una intossicazione, secondo quanto riferito dall’Agenzia Giornalistica Italia. La compagnia aerea ha fatto sapere che si è trattato di un guasto tecnico che è emerso subito dopo il decollo. Ora, come da regolamento, l’aereo è stato sottoposto a tutte le operazioni di controllo. A causa dell’imprevisto all’aeromobile, tutti i voli hanno subito dei ritardi. L’aereo è atterrato in sicurezza presso lo scalo di partenza. I passeggeri sono stati fatti scendere e fatti imbarcare dopo un’ora su di un altro aereo di linea.