È una lunga riflessione che parte dalla politica, per poi arrivare alla Chiesa, passando anche per i problemi di una generazione che non ha voce e fatica a farsi ascoltare, quella fatta da Ultimo – comparso sul palco di Sanremo nel 2023 con la canzone ‘Alba’ – sulle pagine del Corriere; partendo proprio dal fatto che “essere giovani oggi è tremendo perché sei senza punti di riferimento”. Dal conto suo, infatti, Ultimo racconta di non conoscere “nessun ragazzo della mia età che vada a votare, e nessuno che vada in chiesa”, confessando che anche lui non ha “mai votato in vita mia. Non dico sia giusto, non me ne vanto ma non me ne vergogno” e sicuramente, sottolinea, “non è colpa dei giovani”.
La colpa, infatti, secondo il cantante è “della politica” che è sempre più “scarsa” e “non parla ai ragazzi“, ma soprattutto “non ci prova neppure. Siamo stufi”, sostiene facendosi portavoce di un disagio generazionale, “di questa spaccatura tra destra e sinistra“. Così come Ultimo si dice certo che “la politica contra fino ad un certo punto” visto che dal suo punto di vista a governare sono “i padroni del mercato, i giganti del commercio digitale, quelli che non pagano le tasse”.
Ultimo: “I giovani anestetizzati dai social non riescono a rialzarsi e reagire ai problemi della realtà”
In questo contesto in cui la politica sta fallendo e i giovani stanno perdendo fiducia nei rappresentanti, Ultimo guarda con una grande diffidenza anche alla Chiesa, pur dicendosi “alla ricerca” di qualcosa perché “ho bisogno di credere [e] sento una grande fede dentro“, ma d’altro canto crede anche che l’istituzione ecclesiastica – e specificatamente Papa Francesco – “non [è] un punto di riferimento per i giovani. Se ti rivolgi alla Chiesa per trovare un senso alle cose”, accusa ancora Ultimo, “puoi restarne deluso” perché “la realtà non è sensata, è tremenda, è schifosa. Guerra, paura, sottomissione, chiusura. Per questo”, ragiona, “ci costruiamo un altrove”.
E se questo altrove per lui è “bere un buon vino con i miei amici. Guardare le serie tv. Le canzoni”, per moltissimi suoi coetanei sono i social network dove – e qui accusa proprio i giovani difesi fino a questo momento – “troppi ragazzi passano dieci, dodici ore al giorno a scrollare video. I social ti anestetizzano, ti stuprano il cervello” al punto che ormai secondo Ultimo “ci stiamo addormentando, stiamo diventando amebe. Vedo gente che non esce più di casa. Per strada ha paura” e, conclude, “i giovani sono anestetizzati. Fermi. Aspettano un domani che non arriva e non arriverà”.