Scuola aperta fino a mezzanotte come luogo di socializzazione, ma anche classi ridotte e grande empatia, è questa la ricetta per una nuova scuola e degli studenti felici, a firma Umberto Galimberti, giornalista e psicologo, parlando con i microfoni di Focus. Grande esperto delle tematiche giovanili, si immagina una scuola differente che sia senza dubbio più coinvolgente e soprattutto che capisca meglio i giovani di oggi, spesso e volentieri chiusi nel loro mondo in quanto inascoltati.



Gli studenti, soprattutto dopo l’esplosione del covid, hanno registrato moltissimi casi di depressione e ansia, problemi psichici derivanti soprattutto dalla difficoltà nell’arrivare al risultato, nel prendere un bel voto, e a riguardo Umberto Galimberti sottolinea come sia compito del professore, ma anche dell’insegnante o del maestro, metterci una componente professionale che sia un mix fra capacità e doti comunicative ed empatiche. Per l’esperto è fondamentale che un insegnante “sappia affascinare”, che apra il cuore degli studenti, ed è per questo che suggerisce un test di personalità ad ogni docente prima di assegnargli una cattedra.



UMBERTO GALIMBERTI: “FRA ADULTI E GIOVANI UN ABISSO”

Il filosofo ricorda come al momento esista una distanza “abissale” fra il mondo dei giovani e quello degli adulti, ed è per questo che è fondamentale ascoltare i nostri ragazzi e cercare di capire il loro mondo anche se a volte incomprensibile o magari giudicato banale, superficiale o assurdo. Proprio per via di questa incapacità nel comprenderli, i ragazzi si rifugiano nei social, nella connessione, ricorda Umberto Galimberti, che non ha mai elogiato l’uso dei dispositivi elettronici.

Stando all’esperto, pensiero condiviso anche da numerosi colleghi, chi non utilizza il pc o lo smartphone è di fatto tagliato fuori, è escluso dalla vita sociale, di conseguenza un giovane oggi non può vivere senza telefono: come fa a relazionarsi con gli amici, ad organizzare un appuntamento, a contattare qualcuno? Nel contempo i “mezzi tecnici invadono la totalità del sociale, del relazionale”, denuncia Umberto Galimberti, ma è difficile trovare un giusto equilibrio fra il loro utilizzo o meno.



“SCUOLA COME LUOGO DI SOCIALIZZAZIONE”

Può essere utile in tal senso che la scuola resti aperta fino a mezzanotte, divenendo non soltanto un luogo di studio ma anche di aggregazione sociale. Così facendo gli studenti potrebbero frequentare la scuola anche al pomeriggio e alla sera per fare teatro, ma anche musica, coltivare rapporti sociali, amicizie e amori, e in una vita dove i luoghi di socializzazione sono quasi spariti, la scuola rappresenta “un’opportunità” per gli studenti.

Fondamentale, infine, che le scuole riducano gli alunni delle classi, le famose “classi pollaio” contro cui i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni stanno lottando. Secondo Umberto Galimberti il numero di studenti massimo per ogni classe deve essere di 12-15, solo così si riuscirà ad educare al meglio i nostri ragazzi, ed educare significa far evolvere lo studente, fargli crescere dentro di lui una emozione e un sentimento, ma solo mettendo al centro la sua soggettività..