Questa sera l’ex valletta Rai di Mike Bongiorno Paola Manfrin – diventata famosa per il suo stile esuberante che le fece abbandonare le tv dopo un solo anno – sarà ospitata nello studio di Francesca Fialdini per la trasmissione ‘Le ragazze‘ e tra i tanti temi che affronterà potrebbe uscire anche suo padre: il famoso fumettista Umberto Manfrin – meglio noto con lo pseudonimo di ‘Manberto‘ – che a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 riuscì a risollevare un media che era pesantemente indebolito dall’egemonia della Disney.



Tra queste righe – si sarà capito – ci dedicheremo interamente alla figura di Umberto Manfrin (mentre alla figlia e storia valletta Rai Paola abbiamo dedicato un altro pezzo che potete facilmente trovare linkato in questa pagina) partendo subito dal precisare che tutti gli appassionati di gossip non troveranno pane per i loro denti dato che ha sempre vissuto la sua vita lontano dai riflettori: della sua vita privata – infatti – sappiamo solamente che è nato ad Udine nel 1927 e che a lui e ad una ignota moglie si devono i natali della più volte citata Paola.



La carriera di Umberto Manfrin Manberto padre di Paola: dall’editore Alpe fino alle pagine di Braccobaldo,

Maggiori informazioni – invece – le abbiamo sulla lunga e celebre carriere del padre di Paola, Umberto Manfrin, iniziata all’età di appena 25 anni nel 1952 grazie ad un importante (e storico, dato che durò più di 20 anni) sodalizio con la casa editrice Alpe: qui mosse i primi passi della sua storia di fumettista, figurando tra gli ideatori ed autori di personaggi come Tiramolla e Cucciolo, dando però il meglio di sé grazie a Ullaò che gli permise di esprimere a pieno il suo umorismo tagliente dando ai lettori un’alternativa originale alle storie, ai disegni e ai personaggi della Disney.



Famosa anche la partecipazione di Umberto Manfrin alle storie di Braccobaldo e di numerosi altri personaggi firmati da Hanna & Barbera, mentre non mancarono neppure collaborazioni con la rivista Napoleone, con il Corriere dei Piccoli (su testi scritti dal famosissimo Tiziano Sclavi, autore di Dylan Dog) e con riviste come Lanciostory, Più e Smack; mentre una curiosità spesso dimenticata su Manberto è che era solito riservare alla figlia Paola una piccola apparizione (sotto forma di cavallo) alla fine di ogni storia della saga dedicata al Cavallino Michele.