Umberto Smaila, grande protagonista dell’universo del cabaret con i Gatti di Vicolo Miracoli e della tv nostrana, con la conduzione di Colpo Grosso a fine anni Ottanta, è intervenuto in queste ore sulle colonne di “Quotidiano Nazionale”, rilasciando alcune considerazioni sulla sua carriera. Proprio l’esperienza con i “Gatti” è stata significativa nell’ambito del suo percorso professionale e artistico e, chiusa quella parentesi, “noi abbiamo continuato a frequentarci, c’è grande stima e sintonia. La reunion del 20 luglio per i settant’anni di Jerry Calà è stata qualcosa di eccezionale. Noi quattro all’Arena di Verona con tanto pubblico che ci acclamava”.



Quella serata in Arena è stata toccante per i suoi protagonisti, tanto che Smaila non si nasconde: se è vero che c’è un tempo per tutto, è altrettanto incontrovertibile che non si può mai dire mai. “Qualora si facesse vivo un teatro per una produzione o una casa discografica. tutto potrebbe succedere – ha detto l’attore e musicista –. Quel che è certo è che noi ci sentiamo al passo con i tempi, anche perché siamo stati sempre avanti a tutti come idee e genialità. Ci siamo definiti gatti perché siamo graffianti”.

UMBERTO SMAILA: “CANTAI CON TYSON, MA AVEVA MANGIATO TROPPO AGLIO”

Per quanto concerne la sua vita privata, Smaila ha confessato a QN di ritenersi un buon padre e di stravedere per il nipotino Edoardo, per il quale stravede: “Da papà non sono mai stato così ansioso come lo sono da nonno. Capisco Jerry Calà: lui dovrà aspettare ancora un po’, perché suo figlio è molto giovane, ma gli auguro di vivere questa sensazione fantastica”. Il mondo dello spettacolo si trova ad affrontare la seconda estate della pandemia, anche se quest’anno pare essere una situazione differente rispetto a quella di dodici mesi fa, in quanto, “stiamo diventando un popolo di vaccinati e confido nel fatto che tutti si convincano a immunizzarsi. La gente ha tanta voglia di divertirsi, noi abbiamo tanta voglia di lavorare”.

Fra gli aneddoti memorabili della sua carriera, ricorda con precisione quando in Versilia, nel corso di una serata, un cameriere annunciò l’arrivo di Mike Tyson nel locale, raccomandandosi di assecondarlo in tutto. Appena il pugile si sedette, Smaila lo annunciò e gli disse che gli avrebbe dedicato una canzone, “My Way”: “Lui si commosse e si mise a cantare vicino a me. Il problema è che Mike aveva mangiato cibi con troppo aglio e mi asfissiò letteralmente, ma tutto finì bene”.