Umberto Smaila si lascia andare a lunghe confessioni al Corriere. L’attore e cabarettista italiano, simbolo di un cinema ironico e divertente tra gli anni ’70 e ’80. L’amore per l’arte e per il cinema nasce molto presto: “In terza elementare la maestra convocò i miei genitori per segnalargli una mia attitudine artistica. Fui iscritto al corso di dizione e recitazione e a quello di pianoforte e solfeggio. Il classico nipotino che veniva messo sulla sedia per recitare le poesie ai parenti. A scuola ero il primo della classe, un bambinone con il fiocco azzurro e il colletto bianco. Prendevo sempre dieci, poi sono peggiorato”.



La sua era una famiglia umile. Il papà era un fabbro, ma in passato suonava il sax: “Costruiva ringhiere e cancelli insieme ai fratelli, i tre Smaila emigrati da Fiume, lo guardavo battere il ferro con quel freddo e mi faceva compassione, per i geloni gli vennero due manone grosse così che quando mi accarezzava pareva un orso buono. Ex sassofonista, si chiamava Guerrino perché era nato nel 1915”.

Umberto Smaila: “Io cupido. E con Jerry Calà…”

Emblematica, nella vita di Umberto Smaila, l’amicizia con Jerry Calà, con il quale andava a “rimorchiare”. L’attore racconta: “Avevamo un discreto successo. Io puntavo sul pianoforte… “September morn” di Neil Diamond era infallibile… più qualche citazione colta di Calvino o Céline buttata lì… che poi spesso la corteggiata chiedeva perplessa: “E chi sarebbe?”, ma sorvolavo”. Altri incontri importanti furono con Elton John e James Brown: “Con Elton John, quando facevo “Buona Domenica” su Canale 5 con Gerry Scotti e Gabriella Carlucci, nel 1993. Era il mio idolo, mi buttai in ginocchio davanti a lui e lui — divino — si inginocchiò con me, conservo la foto come un santino di Padre Pio. E poi James Brown, non so se mi spiego. Cantò “I feel good” solo per me”.

Tante le amicizie tra i vip che hanno permesso a Umberto Smaila di fare anche da “cupido” nel corso della sua vita: “Per Francesco Totti e Ilary Blasi. Idem per Simona Ventura e Stefano Bettarini. Ricordo un Niki Lauda insospettabile ballerino. E Mike Tyson, che convinsi a cantare “My Way”. Solo che a cena aveva mangiato spaghetti alle vongole con un chilo d’aglio, mamma mia, stavo svenendo. Aggrappato al suo braccione, soffrii in silenzio”.