Umberto Smaila show: e questa volta non si parla di uno dei tanti concerti del mitico conduttore di “Colpo Grosso” bensì di una lunga intervista concessa a “Il Tempo” in cui l’artista ha rivendicato le sue simpatie politiche di destra. Queste le sue parole:”Ora c’è questa tendenza: chi è fuori dal coro del politically correct viene chiamato “fascista” o se gli va bene solo “razzista”. Ma io ho vissuto di persona i disastri del marxismo attraverso l’esilio della mia famiglia dal Camaro. Ho visto le code per il pane o per il latte e i ragazzi che guardavano la mia Vespa Special come se fosse una Ferrari. Fino a qualche tempo fa nessuno parlava di fascismo perché bastava l’antiberlusconismo. Ora che Silvio non è più centrale come una volta c’è un nuovo bersaglio: il “fascista” Salvini. Certo qua non si capisce più niente…”. Smaila si spiega:”Ho letto che per il presidente di Confindustria non serve chiudere i porti. Vede, anche gli industriali diventano compagnucci quando c’è un nemico da abbattere. Quando ero ragazzo a Verona andavo in chiesa con tutta la famiglia. C’era il parroco che nella predica prima delle elezioni faceva un comizio per la Dc e contro i comunisti. Ora invece la Chiesa dice tutt’altro. Qua sono tutti voltagabbana e Beppe Grillo, mio amico e grande uomo di spettacolo, è il primo. “Fuori dall’euro, via dall’Europa”, e adesso? Bisognerebbe mettere una multa per chi cambia idea”. L’intervistatore gli fa notare che anche la Lega è passata dalla secessione del nord all’inno di Mameli, così Smaila ammette:”In effetti… Se non fosse una questione così seria ci sarebbe da ridere. È un grande cabaret”.
SMAILA, “DOVEVO CANDIDARMI CON AN, POI…”
Smaila in ogni caso è convinto che ci sia in atto una sorta di discriminazione culturale, almeno è questo che si evince dalle sue parole quando gli si fa notare che i suoi colleghi del mondo dello spettacolo sono poco avvezzi a sbilanciarsi su questioni politiche:”Ha notato che anche le poche voci che si erano sollevate a favore di Salvini come quelle della Cuccarini o di Claudio Amendola sono sparite? Di fronte alla parola “fascismo” sono tutti terrorizzati, nessuno dice nulla per non essere messo al bando e non andare più in televisione. Io non ho questi problemi. L’altro giorno ero da Fazio con gli altri Gatti. E come intrattenitore musicale ho all’attivo cinquemila concerti senza un problema. L’unico incidente è accaduto sui social. In occasione di un Giorno del ricordo, sapendo che il cugino di mio padre era stato ucciso dai titini, uno mi ha scritto: “Umbertone nelle foibe c’è posto anche per te””. L’intervista si chiude con una battuta: “Con chi mi candido? Col partito di Colpo Grosso… Qualche anno fa, ai tempi di An, stava anche per accadere anche perché Ignazio (La Russa, ndr) è un amico di famiglia. Poi non si è fatto più nulla: c’è questo fantasma del fascio che aleggia, non mi va di finire nelle vignette dei giornali di sinistra con il fez in testa. Non mi sta neanche bene”.