Umberto Smaila ha un grande sogno nel cassetto: vincere l’Oscar. Lo ammette nel corso di un’intervista rilasciata a Francesco Fredella per Il Tempo, raccontando come dopo 51 anni di carriera non manchino ancora progetti importanti da realizzare. D’altronde, quello appena vissuto e che ancora si sta vivendo non è stato un periodo facile: “È stato difficile, non avrei pensato che dopo 51 anni di spettacolo accadesse tutto questo che sappiamo con il Covid. Per noi del mondo dello spettacolo ed intrattenimento la Pandemia ha condizionato la vita.” ha spiegato il musicista che in questi anni è riuscito a creare un brand di grande successo. “Più che altro lo Smaila’s è una formula di franchising. – ha tenuto a precisare – Vado in prima persona a valutare le location e poi decido se possono diventare affiliate al mio nome.”
A continuare su questa strada, come suo erede, c’è oggi anche il figlio Rudy che da poco è diventato papà a sua volta. “Sono un nonno purtroppo assente. – ha tuttavia ammesso Smaila – Con la Pandemia ho visto poco il mio nipotino, ma grazie alla tecnologia mi mandano i video e seguo tutti i suoi primi passi. Si chiama Eddy, anche lui ha un nome di quelli particolari della nostra famiglia Smaila”.
Umberto Smaila e il sogno di vincere l’Oscar: “Potrebbe succedere”
Dopo 51 anni di successo, di canzoni con i Gatti di vicolo Miracoli e spettacoli, Umberto Smaila sogna in grande: “Di solito si sogna da giovani. Però, lo ammetto, chi fa il mio mestiere non ha età: restiamo ragazzi. Sempre. Quando ci vediamo, tutti noi Gatti di vicolo miracoli, ce ne rendiamo conto. Non invecchiamo. E continuiamo a sognare. Magari vorrei vincere l’Oscar con una colonna sonora e andare a Los Angeles. Potrebbe succedere.“, le parole del musicista. D’altronde di colonne sonore nel suo bagaglio ne ha e non poche: “Ben 33 per il cinema anche per Vanzina ed altri grandi. Non ho mai smesso di fare. Enrico Vanzina sta girando un film al Circeo con Serena Autieri e mi sto mettendo a scrivere la musica. È il mio passaporto per l’immortalità, qualcosa che resti”.