“Il turismo ha bisogno di maggiori risorse di quelle stanziate dal Pnrr: vale oltre il 13% del Pil e gli è stato destinato l’1,5%. I 2,4 miliardi stanziati (che arrivano a 7 sfruttando in tutti i modi l’effetto leva) sono pochi e abbiamo più domande delle risorse a disposizione: l’importante è non lasciare risorse inutilizzate. Confidiamo per questo nella flessibilità”.
Questo è stato il passaggio che agli addetti ai lavori è piaciuto di più nel consuntivo tracciato a villa Ada, a Roma, dal ministro al Turismo Massimo Garavaglia sui suoi primi 365 giorni nel nuovo dicastero. Un anno vissuto pericolosamente, per il settore che tra tutti è stato quello maggiormente colpito dai riflessi della pandemia, e che ancora oggi si trova a rapportare la sua ripresa con gli strascichi del contagio, con la guerra nell’est europeo, l’inflazione e il caro-materie prime ed energetico che ne consegue. Una ripresa, peraltro, che nei recenti ponti primaverili ha svelato tutta la potenza di una voglia di vacanza troppo a lungo repressa, esplosa soprattutto nelle città d’arte prese d’assalto, i primi segnali degli overtourism post-Covid. “Che comunque, dopo due anni, vanno anche bene – ha confessato il ministro -. La realtà è che bisogna smettere di essere primi nei desideri a gennaio e trovarci quinti nei consuntivi di dicembre”.
Più che giusto. Allora come fare? La ricetta del ministero è semplice: digitale, sostenibilità, accessibilità ai grandi eventi e turismo lento. “Eravamo in ritardo sul digitale, ma adesso ci stiamo muovendo. Tra i principali interventi del Pnrr ci sono 114 milioni per il Digital Tourism Hub, quasi 1,8 miliardi per il Fondo competitività imprese turistiche e 500 milioni per Roma Caput Mundi. Tra breve avremo il nuovo sito Italia.it e in autunno la nuova app”. Ed era ora: finalmente l’intero Paese sarà raggiungibile da un’unica piattaforma e con un semplice clic.
Capitolo sostenibilità: “Abbiamo tantissime potenzialità inespresse. In Italia vale 5 miliardi, ma in Germania arriva a 20, quindi abbiamo molto da recuperare”. Capitolo accessibilità: con due decreti interministeriali (Turismo e Disabilità) è stato creato un fondo di 30 milioni per il turismo accessibile e inclusivo. “Pochi giorni fa – ha detto Garavaglia – sono stati sbloccati 18 milioni (per gli anni 2022-23-24) per finanziare la certificazione ISO dei servizi dedicati ai turisti disabili”. Capitolo grandi eventi: tra tutti, ciclismo e cicloturismo, un settore che vede la rinnovata partnership tra ministero, Enit e Rcs MediaGroup. Lungo le strade del Giro d’Italia, è stato ricordato, ci sono dai 10 ai 12 milioni di persone, e il cicloturismo vale 20 miliardi in Germania, ma il clima italiano potrebbe portare raddoppiare quel valore.
Il primo anno di ministero è stato anche un anno di sostegni: 1,7 miliardi di euro a fronte di 24 mila istanze degli operatori. “Tra i settori sostenuti – ha ricordato Garavaglia – agenzie di viaggio e tour operator (586 milioni), organizzatori di fiere e congressi (400 milioni), strutture ricettive (181 milioni), impianti di risalita a fune (367 milioni). E per i consumatori 1 milione sul fondo per l’indennizzo dei titolari di voucher”. In più ci sono i fondi per gli impianti a fune e le fiere e congressi.
Oltre ai numeri, il ministero ha lavorato anche su programmazione e coordinamento, soprattutto nella prospettiva del pieno superamento della fase emergenziale, oltrepassata la quale “potrà esercitare pienamente la sua vocazione di hub di politiche multilivello funzionali a valorizzazione e programmazione turistiche. Senza dubbio – ha detto Garavaglia – alla luce di questo orizzonte prospettico diventa essenziale dotare il ministero di maggiori risorse e valorizzare una struttura come Enit, i cui omologhi europei godono di maggiori riconoscimenti. Infine, diventa adesso strategico un nuovo Piano che tenga conto dei profondi cambiamenti degli ultimi mesi, dovuti prima alla pandemia e poi alla guerra”. Un documento programmatico che valuti gli scenari e le contingenze attuali (lavoro incerto, visti i repentini mutamenti in corso) per proiettare la fisionomia dell’industria italiana del turismo su maggiori livelli di qualità e competitività.
Il ministro Garavaglia ha voluto anche ricordare due atti: l’istituzione (settembre 2021) della Banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi, un passo concreto nella lotta all’abusivismo; e la norma (varata un mese prima, agosto 2021) che fissa i requisiti professionali a livello nazionale per i direttori tecnici delle agenzie di viaggio e turismo. Era una norma – ha ricordato il ministro – attesa da dieci anni. Bene, quindi. Ma le agenzie di viaggio, o almeno le duemila che aderiscono alla sigla Maavi, si dicono insoddisfatte, non tanto per la nuova norma, quanto per l’esiguità delle risorse a loro destinate: “I 39 milioni di fondo ad hoc, che peraltro risultano ancora in stallo – sostiene la presidente Maavi, Enrica Montanucci -, sono solo un cerottino corrispondente a circa 2.800 euro ad agenzia: spiccioli praticamente. La vera partita riguarda ora il Recovery bis”.
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