Meno male che c’è Boateng. Lo stanno pensando, dal triplice fischio di Lecce, tutti i tifosi del Milan. Ma anche Allegri, Galliani, Abbiati (colpevole anche oggi di un paio di gravissimi svarioni) e tutti i compagni che dovevano assolutamente farsi perdonare un primo tempo da brivido. Dopo 45 minuti, infatti, i rossoneri sono meritatamente sotto di tre gol (a segno anche l’ex Oddo su rigore) allo Stadio di Via del Mare.
Devastante però l’impatto sulla partita del ghanese (classe ’87) del Milan, entrato nella ripresa. Gli bastano, infatti, solo 18 minuti per realizzare una tripletta (i primi due gol sono da cineteca) e un paio di altre azioni da rete. A completare la rimonta ci penserà poi Mario Yepes di testa (un altro degli eroi in negativo della prima frazione), su assist di Cassano.
Tutto bene ciò che finisce bene, si potrebbe dire, ma Massimiliano Allegri ora ha il dovere di capire cosa sia successo, perché, come si suol dire, “non è sempre domenica”. E se in campo non fosse sceso un alieno a trascinarsi sulle spalle tutta la squadra, oggi staremmo parlando della terza sconfitta del Milan (dopo Napoli e Juventus) in sette gare di campionato.
La formazione del tecnico toscano, infatti, assomiglia sempre più a una Ferrari con qualche problemino di elettronica. Se la si osserva da fuori sembra perfetta, anche se non proprio nuova di zecca e quando accelera il rombo è sontuoso. Ogni tanto però, inspiegabilmente, il motore si spegne.
Ai tecnici non resta che indagare sulle ragioni dei black-out di questo inizio stagione, con la tranquillità di chi sa che una volta scoperto il problema, la macchina ha tutte le qualità per affrontare le gare sempre più importanti che la attendono.
Probabile però che ai box di Milanello non troveranno solo un pezzo difettoso da poter sostituire in un secondo. Piuttosto tante piccole imperfezioni che, tutte insieme, possono anche lasciarti a piedi.
Ma quali saranno? Partiamo dai pali. L’inizio stagione di Christian Abbiati è da dimenticare. L’anno scorso era stato uno dei protagonisti indiscussi del tricolore. Quest’anno i suoi continui errori fanno temere a un’involuzione simile a quella che colpì qualche anno fa Nelson Dida.

Al portierone milanese il carattere però non manca. Tocca a lui tornare quello di sempre, anche perché è impensabile muoversi adesso sul mercato per un ruolo così delicato. Il suo valore assoluto poi è fuori discussione.
Passando alla difesa, quando manca Thiago Silva sono dolori. Sui gol di oggi Yepes deve fare mea culpa, ma non è il solo. Non resta che sperare nell’ingresso in squadra a tutti gli effetti di Mexes, uno degli acquisti più importanti dell’anno.
A centrocampo i giocatori si sono alternati molto, Ringhio Gattuso è ancora ai box per un misterioso problema alla vista, Alberto Aquilani è in crescita costante. Ma, Boateng a parte, per ora però nessuno si è segnalato per la straordinaria forma fisica e mentale.
Davanti Ibra e Cassano funzionano, anche se lo svedese ha ancora ampi margini di miglioramento. Robinho è appena tornato con i compagni, mentre in infermeria ci sono ancora Inzaghi e Pato.
Le ferite comunque guariscono e gli stiramenti passano. È sulla mente che il ct deve lavorare di più.
Non deve più accadere che i rossoneri entrino in campo insicuri o all’opposto distratti e rilassati. Proprio come è accaduto oggi, allo Stadio di Via del Mare.