Il Milan passa l’esame a Roma: almeno questo sembra dire il 3-2 conquistato ieri all’Olimpico. Ma la realtà è che la squadra di Massimiliano Allegri sarebbe da “rimandare a settembre”. Nel primo tempo la prestazione è stata infatti da 6+, nel secondo da 5+: la media, come ai tempi della scuola, è sicuramente sotto la sufficienza. Ma dato che stiamo parlando di un esame, proviamo a dare delle pagelle (senza voti) e a fare delle considerazioni sulla squadra reparto per reparto. In porta Christian Abbiati sembra andare a corrente alternata: è capace di parate miracolose e di errori clamorosi. Vederlo ieri scorrazzare per l’area di rigore con il pugno alzato per spingere via tre volte il pallone non è certo stato il massimo. È vero che storicamente i portieri del Milan non hanno mai brillato per costanza, ma forse sarebbe ora di correre ai ripari una volta per tutte. In difesa, Nesta e Thiago Silva sono una certezza, a volte anche di recuperi all’ultimo dopo piccole sbavature. Non disdegnano poi di trasformarsi in goleador come è accaduto ieri per l’ex laziale. Il problema vero sono i rincalzi, almeno finché Philippe Mexes non avrà 90 minuti nelle gambe. Sulla fascia destra Ignazio Abate corre in avanti e torna indietro, forse pure troppo, perché se gli tocca giocare una partita ogni tre giorni la benzina prima o poi finirà: degni sostituti cercasi. Sulla sinistra è invece notte fonda: che ci sia Taye Taiwo, Gianluca Zambrotta, Luca Antonini cambia poco, non si spinge e non si copre abbastanza. Ieri Marco Cassetti ha avuto vita facile, mercoledì scorso era stato Cristian Zaccardo a divertirsi. Non ci resta che aspettare il clone mancino di Abate.

Passiamo al centrocampo, che è il reparto croce e delizia di questo Milan: è infatti qui che infortuni e assenze si sono fatti sentire di più, ma è anche qui che “abitano” i goleador del Milan (Antonio Nocerino e Kevin Prince Boateng su tutti). E a questo proposito non ci si faccia ingannare dal tabellino marcatori di ieri: è stato Boateng a sfondare centralmente, a servire Alberto Aquiliani che ha messo una palla con il contagiri per Zlatan Ibrahimovic. Ed è stato ancora l’ex giallorosso a imbeccare facile facile lo svedese nella terza rete. Chiusa parentesi, torniamo a parlare del centrocampo. Di incontristi sono rimasti Massimo Ambrosini e Mark Van Bommel, dato che Ivan Gennaro Gattuso resta ko. A meno di spostare Thiago Silva a centrocampo, forse nel mercato di gennaio sarà utile pensare a un centrocampista che filtri, con tutto il rispetto per Riccardo Montolivo. Alberto Aquilani sta crescendo e il suo tandem con Abate sulla destra è l’arma in più di questo Milan. Lo stesso non si può dire a sinistra per Nocerino, causa mancanza di un buon compagno di fascia. Speriamo che le cose possano migliorare. Boateng sembra essersi ritrovato: il precampionato era stato eccellente, poi il rientro dall’infortunio è stato sofferto, ma ora tutto sembra essere risolto. Vedremo a chi toccherà sostituirlo dopo l’espulsione rimediata ieri.

E arriviamo all’attacco. L’uomo più in palla sembra Antonio Cassano. E quando ieri è entrato in campo il Milan è riuscito a costruire qualcosa di più in una ripresa disastrosa, dove il pressing alto della Roma costringeva i rossoneri a giocare palla con poche vie verso la porta. Ibrahimovic è stato autore di una doppietta e mercoledì con il Parma ha pure servito un assist a Nocerino: sta bene anche lui. Robinho è come se non fosse ancora rientrato dopo l’infortunio. Ieri la sua presenza in campo è stata superflua. Degli altri compagni di reparto (a parte Pato in infermeria) non si hanno notizie: Stephan El Shaarawy e Filippo Inzaghi dove sono finiti? Giriamo la domanda a Massimiliano Allegri. Il quale ancora, per quel che mi riguarda, non si scrolla di dosso alcune colpe. Il Milan del primo tempo non è stato bello, ma ha funzionato. Quello della ripresa è stato orribile. La Roma ha dominato il gioco, specie nella prima parte. E con i suoi undici in difficoltà il tecnico rossonero ha pensato di mandare in campo Urby Emanuelson al posto di Boateng. Perché non far entrare Ambrosini (come poi fatto solo dopo il gol di Bojan) per dare man forte in fase di copertura, vista la sofferenza sul pressing alto dei giallorossi? Perché aspettare la mezzora della ripresa per togliere dal campo l’ectoplasmatico Robinho? I risultati sembrano dare ragione comunque all’allenatore. Speriamo che ne abbia davvero. Nel frattempo aspettiamo gennaio per vedere come si muoverà la società sul mercato: cercherà un sostituto per Gattuso o una squadra in cui spedire Inzaghi?