È mancato solo il gol? Questa volta possiamo dire così, ai ragazzi di mister Allegri infatti c’è poco da rimproverare. Al Franchi, nell’anticipo contro i viola, finisce zero a zero, nonostante il possesso palla e le numerose occasioni da rete. Si torna sul pullman che lascia la Firenze ritrovata di Delio Rossi con un punto solo, ma non è certo il caso di fare drammi.
Non si può dire che i rossoneri contro la Fiorentina non siano scesi in campo con gli “occhi della tigre”. Era soltanto la voglia di terminare la dodicesima giornata a quota 23? O forse il desiderio di esaudire il fioretto chiesto dal mister in vista del Natale (un secondo filotto di sei risultati positivi)? Evidentemente no. Nelle orecchie dei giocatori del Milan, da giorni risuona l’inno della Champions, con tanto di timpani, trombe e cori celesti. Fra qualche giorno, infatti, Lionel Messi e i suoi simpatici amici del Barcellona arriveranno a San Siro.
Ed è per questo che quando i moviolisti di turno fanno notare all’allenatore rossonero che il gol annullato a Seedorf nel primo tempo andava convalidato (De Silvestri tiene in gioco l’olandese) e che su un paio di altri episodi in area l’arbitro poteva anche punire i padroni di casa, il livornese Allegri se la cava con qualche battuta. Poi però bada al solo: «Mercoledì per noi sarà come una finale».
Potrà sembrare un’esagerazione, anche perché il Milan è già qualificato. Ma la sfida di Coppa potrà incidere pesantemente sulla psicologia di questa squadra, che non ha ancora deciso se quest’anno vuole credere ai sogni o se vuole rimanere a metà del guado. E poi bisogna reagire a quanto di brutto è successo a Gattuso e Cassano, e magari ritrovare il sorriso.
Torniamo però a quanto ha detto il campo, perché l’“allenamento” dei blaugrana non è stato a reti bianche ed è finito 4 a 0. Forse due indicazioni utili è giusto appuntarsele.

Primo. Le azioni da gol, dicevamo, non sono mancate. Ibrahimovic però sta interpretando il “dopo Cassano” in maniera forse troppo sofisticata. I suoi assist sono un piacere per chi ama il calcio. Ma se lo svedese si snatura e imita Rivera, cercando, dalla linea mediana, di mandare in gol anche chi con la rete è poco avvezzo, poi alla fine si rischia di rimanere a bocca asciutta.

Secondo. Al Milan la classe non manca, ma novanta minuti sono più brevi di quanto si possa pensare se si cerca il gol con tiri da quaranta metri, magari su punizione, tacchi multipli e sombrero. Pato e Robinho partono favoriti e sono in crescita, ma è bene che aggiustino la mira perché ogni occasione con il Barca sarà oro colato. E purtroppo, qualcuno a suo tempo ha avuto la splendida idea di non mettere in lista Champions un assatanato del gol come Pippo Inzaghi…