Il Milan conquista tre punti importanti a Genova che gli regalano il momentaneo primato in classifica, in attesa di Juventus-Cesena. Merito, soprattutto, di Kakhaber Kaladze e dei suoi interventi scomposti che regalano il rigore che Zlatan Ibrahimovic trasforma e che lasciano il Genoa in dieci per quasi tutto il secondo tempo. Gli uomini di Alberto Malesani si sono coperti bene e hanno dato qualche grattacapo agli undici di Massimiliano Allegri. Prova ne è il fatto che nonostante la superiorità numerica e il vantaggio il Milan ha faticato a chiudere la partita (colpa anche di Robinho, che dopo quanto fatto contro il Barcellona si è divorato un altro gol a pochi passi dalla linea che forse anche il peggior Patrick Kluivert rossonero sarebbe riuscito a segnare). Il Milan può dunque guardare fiducioso al futuro. Un futuro dove molto probabilmente non ci sarà più Filippo Inzaghi. Chi crede che quanto ha dichiarato Allegri in settimana sia una sorta di attestato di stima verso l’attaccante piacentino o ci è o ci fa.

Sostiene, infatti, il mister rossonero che Inzaghi può ritagliarsi il suo spazio. Forse il tecnico livornese intendeva dire che gli concederà di sedersi sulla sua poltrona di casa per seguire in tv il derby o che gli riserverà un posto in tribuna per la sfida contro il fanalino di coda Lecce, in attesa di farlo accomodare in panchina per una gara di Coppa Italia (ma non è detto, dato che la prima si giocherà contro il Novara e non con una squadra di una serie inferiore). Battute a parte, i dati parlano chiaro: finora Inzaghi ha totalizzato una presenza in campionato, giocando 28 minuti contro il Catania. Peggio di lui hanno fatto Ivan Gennaro Gattuso (1 presenza e 20 minuti) e Philip Mexes (1 presenza e 13 minuti). Ma stiamo parlando di giocatori che se fossero disponibili avrebbero già un minutaggio in campo a tripla cifra. Stavo anche andando a controllare le statistiche della Champions League quando mi è venuto in mente che qualche genio ha pensato bene di non inserire il miglior goleador italiano nelle competizioni europee nelle liste Uefa (Inzaghi ha realizzato la bellezza di 43 reti nelle competizioni internazionali con la maglia del Milan).

Allegri ha avuto anche il coraggio di dire che Inzaghi è la quinta punta del Milan. Forse l’allenatore del Milan stava facendo i conti senza Antonio Cassano. Infatti, solo senza il barese ci sarebbero quattro attaccanti prima di Inzaghi (Pato, Robinho, Ibrahimovic e Stephan El Shaarawy). Fortuna per Pippo che Simone Ganz (figlio d’arte) è impegnato anche con la primavera ed è infortunato! E vale poco ad Allegri ricordare che Inzaghi ha 38 anni: quando corre dietro il pallone il suo sguardo e il suo impegno sono gli stessi di Ignazio Abate, che di anni ne ha 25. Insomma, l’allenatore del Milan esca allo scoperto e non aspetti che sia Inzaghi a chiedere di essere ceduto: dica chiaramente che non intende utilizzarlo nel suo Milan e lo metta sul mercato. O forse ha paura di essere giudicato dai tifosi? Per me questo problema non esiste: un giocatore che ha fatto vincere tanto al Milan, soprattutto in Europa, non si discute. Chi, al contrario, ha vinto uno scudetto in una stagione in cui sono mancati degni avversari può anche finire molto in fretta nel dimenticatoio.

Purtroppo non aiuta a chiarire la situazione nemmeno il fatto di avere un organigramma societario poco professionale. Non resta che sperare che l’ex Presidente del consiglio torni a essere Presidente del Milan a tempo pieno. Del resto si dice che in passato non abbia avuto dubbi nello scegliere tra Marco Van Basten e Arrigo Sacchi. Un paragone azzardato? Certo, Inzaghi non è Van Basten, ma nemmeno Allegri è Sacchi. Ora speriamo solo che chi di dovere, una volta ceduto Inzaghi, porti in maglia rossonera qualcuno più meritevole di Urby Emanuelson.