Oltre che in campionato, il Milan si troverà a dover fare i conti con la Juventus anche in Coppa Italia. La vittoria contro la Lazio proietta infatti gli uomini di Massimiliano Allegri alla semifinale del trofeo nazionale contro la squadra di Antonio Conte, vittoriosa martedì nel quarto di finale contro la Roma. A San Siro la vittoria non è stata sofferta, anche se c’è stato un po’ da temere quando si è visto andare in rete Djibril Cisse, cosa che non succedeva da inizio stagione. Colpa di una difesa abbastanza ballerina: il solo Philippe Mexes non basta a fare reparto, Daniele Bonera non sembra efficace come centrale e Ignazio Abate non pare ancora essere tornato ai livelli di un mese fa. Tutto sommato positivo, invece, l’esordio di Djamel Mesbah, che col passare dei minuti ha preso sempre più confidenza.
Un po’ in calo è apparso a centrocampo Alexander Merkel, la cui intesa coi compagni è stata molto altalenante: scambi proficui in velocità alternati a incredibili palloni persi e a passaggi fuori misura. Si è rivelata, invece, molto utile l’esperienza di Clarence Seedorf, capace anche di andare a segno poco dopo Robinho e a mettere il Milan a proprio agio a metà del primo tempo. Anche Stephan El Shaaraway ha giocato una buona partita. Si spera solo che il faraone sia in grado di mantenere il giusto grado di umiltà: gioca bene, ma a volte sembra poter assumere atteggiamenti troppo egoistici con giocate che finiscono per rivelarsi sterili. Della sua verve il Milan ha bisogno, specie in questa fase della stagione, ma il ragazzo non deve dimenticarsi che la squadra viene prima di tutto. Nei venti minuti che è stato in campo, poi, Zlatan Ibrahimovic ha a mio modo di vedere fatto più che nel match contro il Novara di campionato, nonostante lì avesse messo a segno una doppietta.
Spiace, in questa serata, non aver rivisto in campo Filippo Inzaghi. Come a Novara, domenica scorsa, gli è stato fatto fare il riscaldamento, ma poi ha visto entrare in campo altri suoi compagni rimanendo alla fine escluso dal match. Oggi gli è pure toccato vedersi sfilare davanti il giovane Simone Calvano. La Coppa Italia poteva essere la competizione in cui SuperPippo – ormai di fatto estromesso da Allegri che lo considera (nonostante le dichiarazioni) un cimelio da museo – poteva trovare lo spazio che il tecnico livornese gli aveva prospettato qualche mese fa. Finora, infatti, il numero 9 del Milan ha totalizzato poco più di 90 minuti di presenza in campo. E domani potrebbe essere il giorno dell’arrivo in rossonero di Carlos Tevez o Maxi Lopez (quest’ultimo era a San Siro a godersi la partita).
Dunque gli spazi si faranno ancora più ridotti. Non resta che, a malincuore, lasciarlo partire verso altri lidi, dato che Allegri è stato scelto dalla dirigenza rossonera per guidare il Milan ancora per tanto tempo: tenere un giocatore come Inzaghi in così scarsa considerazione può essere considerato un delitto nei confronti del calcio. E non ci sono risultati, vittorie e trofei che possano giustificarlo. Una volta si parlava e si decantava lo “stile Milan”, oggi c’è da chiedersi se sia stato sepolto sotto qualche zolla a Milanello o se sia rimasto chiuso in cassetto in via Turati: basta vedere anche a quel che è successo con Paolo Maldini.