Dopo una settimana in cui era riuscito a ottenere tre vittorie in tre partite (segnando 11 gol e subendone solo 3), il Milan in tre giorni passa dal paradiso all’inferno. Prima le urne di Nyon gli mettono sulla strada della Champions League il Barcellona, poi nell’ultima partita del 2012 subisce una bruciante sconfitta da parte della Roma. Nei novanta minuti all’Olimpico è emerso il grande limite dei rossoneri, che hanno subito ben tre gol su quattro su colpo di testa in area: non è una novità e sembra che, nonostante il tempo passato, i vecchi difetti tornino sempre a galla per gli uomini di Massimiliano Allegri.

Diversamente da altre occasioni, poi, non c’è stato un cambio netto tra il primo e il secondo tempo: a Palermo e Napoli, il Milan era riuscito a pareggiare i conti a fine partita dopo i primi 45 minuti chiusi sotto di due gol. E a differenza ancora di quanto avvenuto sempre a Roma, ma contro la Lazio, sotto di tre gol il Milan non è riuscito a rimettersi in careggiata. Merito anche di Mauro Goicoechea: il portiere uruguaiano ha salvato la sua squadra almeno in un paio di occasioni.

La squadra di Allegri è rientrata in gioco troppo tardi e grazie ad alcuni regali degli avversari: l’espulsione di Marquinhos al minuto 78 e l’atterramento in area di Giampaolo Pazzini da parte di Goicoechea che ha causato il calcio di rigore con cui l’attaccante ex Inter e Sampdoria ha accorciato le distanze al minuto 87. Inutile quindi anche la rete dell’ex di Bojan Krkic, se non per dimostrare che il Milan è riuscito a giocarsela solo quando è stato in superiorità numerica.

Ne tragga le conseguenze l’allenatore rossonero e faccia le sue considerazioni anche la società, visto che sta per aprirsi la finestra di mercato di gennaio. Più che a Mario Balotelli è forse il caso di pensare a qualcuno capace di rimediare alle pecche difensive di questo Milan. Tra le prime sette squadre del campionato, solo la Roma ha preso più gol del Milan (29 contro 26), ma i giallorossi hanno – come è logico vista la mentalità di chi siede in panchina – il miglior attacco della serie A (42 gol contro i 34 del Milan).

Insomma, se si vuol “scimmiottare” il gioco zemaniano, tanto vale affidarsi a un allenatore che lo pratichi veramente. Altrimenti si cominci a dare equilibrio a questa squadra, forse illusa dalle quattro reti rifilate (persino con l’aiuto degli avversari) sia al Torino che al Pescara nell’arco di una settimana.

Il terzo posto è ora distante otto punti, il 6 gennaio si torna in campo contro il Siena e forse, con un’altra goleada, ci si cullerà nell’illusione che i problemi del Milan siano passati in un solo colpo, come le feste che si saranno lasciate alle spalle.