Quello che per il Milan poteva essere un match ball per sorpassare la Juventus in campionato (in attesa del recupero della partita di Parma) si è trasformato in un’atroce palla avvelenata che lascia ai bianconeri la possibilità di cercare la fuga in classifica. La sconfitta contro la Lazio è stata pesante e ha mostrato ancora una volta che gli uomini di Massimiliano Allegri fanno fin troppa fatica con le cosiddette “grandi” del torneo. Finora l’unico scontro “diretto” vinto dai rossoneri è stato infatti contro la Roma.

Stavolta non è stata sufficiente la coppia Zlatan Ibrahimovic-Antonio Nocerino a risolvere la partita. Lo svedese è stato ben controllato dalla retroguardia laziale e quando si è ritrovato con i palloni giusti non è riuscito a sfruttarli pienamente. Nemmeno gli inserimenti dei centrocampisti hanno cambiato le cose. Forse il meccanismo che è capace di rendere letale il Milan in pochi minuti (come si è visto domenica contro il Cagliari) può essere facilmente disinnescato con l’utilizzo di adeguati difensori. Difensori che oggi non hanno proprio brillato nella squadra di Allegri, dando così la possibilità a Tommaso Rocchi e ad Anderson Hernanes di trasformarsi nel tandem del giorno.

Nel Milan non hanno poi brillato né Robinho, né Stephan El Shaaraway, schierati dal primo minuto, e ben poco sono serviti gli innesti di Clarence Seedorf, Urby Emanuelson e persino del neoacquisto Maxi Lopez. Anzi, mettere la trazione anteriore, senza però un finalizzatore in palla, ha solamente reso più micidiali le ripartenze laziali. E intanto sta cominciando a diventare preoccupante lo stato di forma di Ignazio Abate, che davvero sembra essersi perso nelle feste natalizie.

Inutile, poi, attaccarsi all’arbitraggio di Antonio Damato. La Lazio ha dimostrato più equilibrio in campo e in fondo ha ripetuto quanto aveva fatto l’Inter in occasione del derby: buona prova della retroguardia e attacco letale al momento giusto. Ora forse converrà sperare che la Lega Calcio accolga la richiesta di rinviare Milan-Napoli di domenica: si potrebbe avere l’occasione per tirare il fiato in un mese che, come abbiamo già visto, sarà ricco di partite importanti per i rossoneri.

Chiuso il mercato e persa la partita all’Olimpico, comunque i milanisti possono consolarsi per aver ritrovato una bandiera: Filippo Inzaghi. Le parole usate per spiegare la sua scelta di rimanere al Milan meritano tutti i migliori apprezzamenti. Pur sapendo il destino che lo attende (grosso modo restare fuori dagli spogliatoi come oggi), pur avendo avuto offerte da altre squadre, pur morendo dalla voglia di tornare a fare gol, SuperPippo ha deciso di restare, senza far rumore, senza alzare polveroni e polemiche contro chi non gli permette di giocare.

Mai una parola fuori posto, mai una protesta. Anzi: “Remo sempre dalla parte giusta, dalla parte del Milan ed è quella la cosa più importante”, ha detto, tra le altre cose Inzaghi. Parole che, permettetemi, danno più soddisfazione di un sorpasso sulla Juventus. Peccato solo che questa bandiera non sarà esposta e resterà a prendere polvere in soffitta fino a maggio, quando potrebbe davvero dare l’addio al Milan.