Non è il cantante degli Offspring, ma ha una curiosa cresta bionda. Sulla sua maglia, sopra il numero 21, c’è una strana scritta: “Maxi”.
Stiamo parlando di Maxi Lopez, già Maxibon per Carlo Pellegatti e i tifosi del Milan. È lui a cui Massimiliano Allegri deve accendere un cero, anzi due. È lui infatti al ’77 al Friuli, in una serata gelida di febbraio, a centrare il pareggio contro l’Udinese, con un tiro di giustezza su mischia in area che allontana il fantasma dell’ennesima sconfitta. Ed è ancora l’attaccante argentino ex Barcellona e Catania, subentrato a Nocerino al ’21 del secondo tempo, a servire su un piatto d’argento all’‘85 la palla dell’insperato 2 a 1 a El Shaarawi.

Rimonta rocambolesca, fortunosa, dopo una prestazione insufficiente, ma quelli di questa sera sono tre punti che permettono ai rossoneri di non gettare la spugna e di tener vivi i sogni.
Il Milan infatti oggi è apparentemente primo con 47 punti alla ventitreesima giornata. Due punti sotto c’è la Juventus a cui però mancano ben due partite.  

Ma andiamo con ordine. I taccuini erano già pronti a decretare che senza Ibra il Milan di Max Allegri è ben poco. Sia quando lo svedese in versione Street Fighter si fa cacciare e squalificare, lasciando ingenuamente soli i suoi compagni, sia quando, pur essendo in campo, pensa ai fatti suoi.
Oggi il numero 11 non c’era per colpa dello stupido schiaffo al napoletano Aronica e andava sperimentata l’inedita coppia Robinho-El Shaarawy.

Certo, Ibra non era l’unico assente. In infermeria una quindicina di pedine tra cui Abbiati, Nesta e Boateng (oltre ai soliti Cassano e Gattuso). Fuori anche Van Bommel fermo per motivi disciplinari. Sulle spalle e nella mente infine la brutta sconfitta di Coppa Italia contro la Juve e i punti persi malamente con Napoli e Lazio.

Queste le premesse a un primo tempo però completamente da dimenticare. Approccio morbido per gli uomini di Allegri, sovrastati in ogni contrasto dai bianconeri di Guidolin, con il solo Massimo Ambrosini, oggi capitano, a lottare su ogni palla. Una prestazione che però non sembra sufficiente a svegliare i suoi compagni smarriti, molli e imprecisi (Seedorf su tutti, senza dubbio il peggiore in campo). 

Con un Milan così bastano solo diciannove minuti al fenomenale Di Natale per andare in rete (complice la sfortunata deviazione di Thiago Silva). Per il Diavolo invece nemmeno un’azione da gol in quarantacinque minuti.

Nella seconda frazione i rossoneri iniziano decisamente meglio. La Curva Sud in trasferta si sgola chiedendo l’ingresso di Superpippo Inzaghi, ma il tecnico rossonero butta nella mischia Maxi Lopez, che si dimostrerà il classico coniglio dal cilindro.
Vittoria tutto cuore, simile al 4 a 3 in rimonta di Lecce, che i tifosi si augurano possa dare la scossa a una squadra che in un mese si gioca tutto e che deve svegliare qualche pedina ancora colpevolmente in letargo.

In questa fase della stagione a Milanello non avranno però il tempo di fermarsi troppo a meditare sulla Ibra-dipendenza della squadra. Bisognerà solo ritrovarsi al più presto.
Già mercoledì infatti risuonerà l’inno di Champions contro l’Arsenal e non si può sempre sperare nel Jolly quando le cose si mettono male…