Vincenzo Montella non sarà Pep Guardiola, il Massimino non sarà il Camp Nou, eppure i rossoazzurri di Catania questa sera hanno provato a fare i blaugrana, riuscendoci a larghi tratti contro un Milan che da mercoledì scorso ha la testa sul secondo tempo che si giocherà fra qualche giorno a Barcellona.
L’uno a uno finale è una gatta da pelare per Allegri. Domani la Juventus potrebbe ritrovarsi a meno 2 (riceverà il Napoli in casa, nel posticipo), caricando così, ancor di più, una trasferta già difficile da preparare a livello psicologico.
L’inizio degli etnei è veemente, nei primi venti minuti aggrediscono i rossoneri e sfiorano il gol con Bergessio. Il Milan, preso alla sprovvista, risponde però con due invenzioni di grande classe. Prima Emanuelson trova un corridoio, ma si fa incantare da uno straordinario Carrizo. Poi Ibrahimovic, trovato in area dal millimetrico lancio di Ambrosini, viene murato.
Al terzo tentativo i rossoneri passano. Al 34’ Ibra, dopo aver difeso in spaccata un pallone sporco tra tre difensori, si inventa un assist con il pollice del piede sinistro che spalanca la porta del gol a Robinho. Il brasiliano questa volta è freddo, finta il tiro sul secondo palo, poi chiude sul primo con l’interno destro e insacca.
La partita sembra prendere il verso giusto, Gomez centra la traversa con un gran tiro da fuori al 37’ e il primo tempo si chiude con gli uomini di Max Allegri in vantaggio.
Nella ripresa però i catanesi tornano di nuovo in campo con il coltello tra i denti. Gomez trova il gol su assist capolavoro di Bergessio, ma la rete viene annullata per un fuorigioco dubbio (l’attaccante è sicuramente in posizione regolare, il guardalinee punisce però il rientro del numero 25 al momento del passaggio). Antonini è più volte costretto a ripetersi nel suo repertorio di “parate” in scivolata già mostrato in Champions League e così il tecnico rossonero fa entrare Boateng per ridare la scossa ai suoi.
La mossa però si rivela inutile. Al 56’, infatti, il Catania trova il pareggio su corner, grazie a Spolli, che trafigge Abbiati da un metro. Il portierone rossonero, che da qualche minuto aveva iniziato a chiedere il cambio, non è incolpevole, ma a quel punto decide di restare in campo fino alla fine.
Allegri prova il tutto per tutto con El Shaarawi (qualche fiammata, niente di più) e Maxi Lopez (per lui 5 minuti di soli fischi dei suoi ex tifosi). Il risultato però resta inchiodato sul pareggio nonostante le grandi emozioni, da ambo le parti, del finale.
La delusione è palpabile nell’ambiente, ma in questo momento della stagione i rossoneri hanno l’obbligo di pensare positivo e di guardare al bicchiere mezzo pieno, lasciando stare le polemiche (vedi Allegri) sull’ipotetico “gol fantasma” di Robinho.
Innanzitutto il vantaggio di quattro punti dava al Milan due bonus sulla Juve e averne giocato uno oggi, contro uno splendido Catania, ci può anche stare. Il ritorno contro Messi & soci non va poi dato per perso in partenza, sapendo che i gol dei rossoneri varranno doppio, grazie allo zero a zero del Meazza. Non solo, la difesa sta facendo cose egregie (da Abate – oggi migliore in campo – a Bonera, fino alla “sorpresa” Antonini) e l’attacco, costituito da tante comparse e da un unico protagonista, spesso scompare dal gioco, per poi riprendersi la scena con alcune fiammate letali. Proprio quello che servirà martedì contro il Barca.
D’altra parte, se quella di stasera era davvero la prova generale, chi non firmerebbe per vedere alla fine, sul tabellone luminoso di Barcellona, uno sporco e sofferto uno a uno?