INTER-MILAN (4-2). Non si potrà certo dire che quest’ultimo derby tra Milan e Inter non passerà alla storia. La vittoria dei nerazzurri (la seconda quest’anno nella stracittadina lombarda) chiude infatti con 90 minuti d’anticipo il campionato, aiutando la Juventus ad avere la matematica certezza dello scudetto. Ma più che il tricolore sembrava che in palio ci fosse l’onore tra le due milanesi, soprattutto dopo che una delle due negli ultimi anni è riuscita a buttare al vento le proprie fortune, costruite proprio sulle macerie di quella “calciopoli” che aveva sbalzato giù dal piedistallo la squadra che oggi ritorna a festeggiare.
Caricati a mille da Andrea Stramaccioni, gli undici nerazzurri sono riusciti a spegnere sul nascere le velleità dei rossoneri. Massimiliano Allegri, dal canto suo, ha rinunciato a schierare dal primo minuto Antonio Cassano e in difesa ha preferito Mario Yepes ad Alessandro Nesta. Poi ha dovuto fare i conti con due infortuni imprevisti nell’arco di 15 minuti: Daniele Bonera e Christian Abbiati sono stati costretti ad abbandonare il campo quando ancora non era finito il primo tempo. Una frazione di gara in cui il grande protagonista è stato l’arbitro Nicola Rizzoli che ha fatto infuriare gli interisti per aver concesso il calcio di rigore al Milan (trasformato da Zlatan Ibrahimovic) e per il precedente dubbio “gol fantasma” di Esteban Cambiasso.
La ripresa si era poi aperta con il gol di Ibra: un’illusione durata pochissimo, perché dopo cinque minuti Diego Milito pareggiava i conti su calcio di rigore. Poi di nuovo “il principe” dagli undici metri al minuto 79’ faceva partire con anticipo i caroselli bianconeri. A quel punto il campionato era già finito, prima ancora che il siluro di Maicon fissasse il risultato finale del derby sul 4-2.
Dunque l’Inter, che ci sia o meno “mister Derby” (titolo che forse sarebbe il caso di attribuire ormai a Milito) Claudio Ranieri, sembra ritrovarsi e far svanire tutti i suoi limiti quando si trova davanti i cugini rossoneri. Per il Milan, invece, non è una sorpresa quella di soffrire e sfigurare contro le cosiddette grandi. E mentre il campionato volge al termine non arrivano di cambiamenti o rivoluzioni all’orizzonte.
Di certo si sa che alcuni giocatori lasceranno il Milan. Gli obiettivi di mercato restano ancora un mistero, così come quelli societari. Silvio Berlusconi vuole tornare a costruire una squadra capace di vincere in Europa, lasciando pure il campionato agli altri? Fino a qualche anno fa, caro Presidente, da tifoso le confesso che mi andava benissimo.