C’era una volta una famiglia felice. Una società, una squadra, in cui chi se ne andava lo faceva non senza un certo rammarico o quanto meno spendendo belle parole per i colori rossoneri. Basti pensare al pianto di Mark Van Bommel che risale allo scorso maggio. Ma nell’arco di poco tempo le cose sono completamente cambiate: le lacrime hanno lasciato il posto alle frecciate velenose dei grandi ex. Ultime quelle di Antonio Cassano, neo-interista. E i destinatari sono sempre Adriano Galliani e Massimiliano Allegri. Se i problemi del Milan fossero solo questi non ci sarebbe di che preoccuparsi. Del resto anche altrove i rapporti idilliaci tra ex giocatori e società non sono la norma e poi tutto il calcio italiano in generale sta facendo i conti con le ristrettezze economiche. Il punto è che perdere alla prima di campionato a San Siro con la neo-promossa Sampdoria non è proprio quello che i tifosi, già provati dal calciomercato, si aspettavano.

Si è trattato di una semplice fatalità? Si potrebbe pensare che è così, dato che in fondo il pareggio poteva starci, visto anche il palo colpito da Kevin Prince Boateng proprio allo scadere del match. Tra i protagonisti della partita c’è stato poi il portiere blucerchiato Sergio Romero, segno che i padroni di casa in avanti si sono fatti vedere. Peccato che abbiano traballato, e pure troppo, dietro. Daniele Bonera ha faticato non poco a contenere Eder. E poi Riccardo Montolivo ha rischiato pure di combinare guai seri con un pallone perso davanti alla linea di difesa.

Non bisogna essere disfattisti, ma va riconosciuto che il Milan di quest’anno non sembra in grado di poter competere per grandi obiettivi. Basta dare un occhio alla formazione in campo a San Siro per rendersi conto del pesante divario rispetto all’anno scorso e agli avversari attuali. Serve anche poco sperare in un fantomatico ritorno di Riccardo Kaka o in un prodigioso recupero di Alexandre Pato. E le flebili speranze vengono anche stroncate pensando a chi siede sulla panchina rossonera e alle sue idee di gioco. Oggi il Milan raccoglie i frutti di dissennate scelte societarie e di un “dietrofront” all’insegna dell’austerità deciso dal Presidente Silvio Berlusconi.

Probabilmente qualche miglioramento rispetto alla partita d’esordio si vedrà, ma l’annata si preannuncia come una di quelle in cui ci sarà più da soffrire. Forse sarebbe stato così anche due anni fa, se non ci fossero stati gli acquisti all’ultimo minuto di Zlatan Ibrahimovic e l’esplosione di giocatori come Thiago Silva. Questa volta una combinazione letale di “pensionamenti” delle bandiere, addii più o meno polemici, tagli e mancati acquisti sembra non lasciare scampo. Tutto sommato, nel suo modo sempre discutibile, FantAntonio ha detto le cose che più si avvicinano alla verità: di promesse non mantenute ce ne sono state. E i tifosi lo sanno.