Un’altra sconfitta per il Milan, per di più in un match terminato con nove giocatori in campo. Infine, fiducia rinnovata a Massimiliano Allegri nonostante tre partite perse sulle quattro disputate in campionato. Detta così ci sarebbe da buttare cuscinetto (o telecomando), strappare tessera (di abbonamento allo stadio o alla pay tv) e dedicarsi al tifo in qualche altro sport. Invece c’è qualcosa che sfugge a questi numeri. Se a Bologna il Milan aveva giocato male e portato a casa tre punti, stavolta a Udine è successo il contrario: zero punti nonostante la superiorità espressa in campo, almeno nel primo tempo. La gara era infatti cominciata bene: Giampaolo Pazzini e Stephan El Shaarawi hanno avuto più di un’occasione, ma è stato anche bravo il portiere Zeljko Brkic a evitare il gol. Lo stesso non si può dire di Christian Abbiati. Insieme a Philippe Mexes ha infatti confezionato un perfetto “assist” per il primo gol in serie A di Mattias Ranegie. Nonostante lo svantaggio, il Milan è riuscito a iniziare con un buon piglio il secondo tempo e da un’azione cominciata da Kevin Prince Boateng, El Shaarawi è riuscito a trovare il pareggio con un bolide che non ha lasciato scampo al bravo portiere avversario.

Agguantato l’1-1, però, è come se i rossoneri si fossero “ritirati” dal campo. E, grazie anche all’ex Cristian Zapata (espulso per doppia ammonizione dopo aver steso in area Ranegie), i friulani sono tornati in vantaggio con un calcio di rigore trasformato dal “sempre verde” Antonio Di Natale. Rimasti in dieci, i giocatori del Milan non hanno saputo trovare una reazione. Anche perché a sette minuti dal 90’, pure Boateng si è fatto ammonire una seconda volta.

Quindi, sì è vero, come dice la società rossonera per spiegare la scelta di andare avanti con Allegri, che ci sono stati dei miglioramenti nel gioco (anche se definirli “notevoli” pare eccessivo). Ma è anche vero che certi errori e leggerezze da parte dei giocatori non andrebbero commessi quando si sta giocando una partita estremamente delicata per la stagione. Evidentemente in casa Milan si è deciso di dare più peso ai progressi visti piuttosto che al risultato finale. Forse anche perché ancora una vera alternativa ad Allegri non è stata individuata.

Chissà se, per uno strano scherzo del destino, Allegri si giocherà mercoledì la panchina proprio contro il Cagliari, la squadra che lo ha lanciato come tecnico di Serie A e che gli ha fatto vincere la Panchina d’oro. Tra l’altro, nella sua prima stagione coi sardi, Allegri aveva collezionato cinque sconfitte in avvio di campionato. L’anno successivo, nelle prime cinque partite aveva raccolto un solo punto. Tutte brutte partenze a cui erano seguite belle rimonte. Anche se, nell’aprile del 2010, venne esonerato. Mentre l’allenatore si prepara con questo incontro col passato, che può valere il suo futuro, il Milan farebbe bene almeno a pensare con chi poterlo sostituire.