Un altro calcio di rigore salva il Milan. Stavolta non gli regala tre punti, ma solo uno. Stavolta, inoltre, la massima punizione non sembra “un’invenzione” dell’arbitro, ma un fallo effettivo su Mario Balotelli. Ed è ancora lui a realizzare un gol: nelle ultime due partite, Super Mario è stato l’unico ad andare a segno nelle fila rossonere. Il rigore pareggia la rete subita allo scadere del primo tempo per mano di Victor Ibarbo e rimette gli uomini di Massimiliano Allegri in partita: non tanto perché li “galvanizza”, ma perché si ritrovano in superiorità numerica per via dell’espulsione di Davide Astori rimediata grazie al secondo cartellino giallo per aver cinturato Balotelli in area. Fino all’81’ il Cagliari aveva costruito le azioni più pericolose, grazie anche alla complicità di Cristian Zapata, in calo di rendimento preoccupante nelle ultime gare. Il difensore colombiano non solo facilita la vita al suo connazionale Ibarbo regalandogli la via d’accesso per battere Christian Abbiati, ma si rende protagonista negativo della difesa rossonera, dove anche Philippe Mexes appare lento rispetto ai “furetti” rossoblu (Marco Sau in particolare).
L’attacco delle “tre creste” si vede poco, non regala le stesse emozioni del primo tempo disputato sette giorni fa a San Siro contro l’Udinese. Non è solamente merito della difesa schierata da Ivo Pulga, quanto della disposizione dei rossoneri. Stephan El Shaarawy si trova a un certo punto a fare la punta centrale, con Balotelli a sinistra. ‘Mbaye Niang si fa notare sulla destra per meno della metà della prima frazione di gioco. A centrocampo, poi, Allegri ha rispolverato Massimo Ambrosini e Sulley Muntari, che uniti a Mathieu Flamini fanno quantità (non troppa a dir la verità), ma poca qualità. Mattia De Sciglio a sinistra sembra un ectoplasma, almeno finché all’81’ non si ritrova in area un pallone che Michael Agazzi respinge alzandolo, ispirando così Balotelli a coordinarsi per una rovesciata, che viene però smorzata dal fallo di Astori. Il giovane terzino dà quindi il là all’azione che rende possibile il pareggio dei suoi. Nel mezzo ci sono la sostituzione del faraone, molto deluso per la sua prestazione (evviva la sincerità), quella di Ambrosini e di Niang, con l’ingresso di Robinho (voglia zero di impegnarsi), Kevin Prince Boateng (con l’ansia di sbloccare il suo score ancora fermo a quota zero in questo 2013) e Bojan Krkic (mai più tornato ai livelli di Barcellona).
Nel finale di partita, in undici contro dieci, Balotelli prova anche a trovare il colpo da tre punti, senza successo. Anche Bojan, a dir la verità, ha la palla giusta, ma Agazzi non gli dà la possibilità di finire sul tabellino dei marcatori.
Fortunatamente per il Milan, grazie al pareggio tra Napoli e Lazio di ieri, il terzo posto resta sempre a tre punti: l’unico “danno” in classifica potrebbe essere il “controsorpasso” dei cugini nerazzurri impegnati questa sera a San Siro con il Chievo. Per il resto, nonostante le apparenze, il Milan fa segnare un altro passo indietro sul piano del gioco. Il fatto stesso che nelle ultime tre partite sia andato in gol solo il “top player” Balotelli fa tornare in mente i tempi di Ibra-cadabra: e quando se n’è andato abbiamo visto tutti cos’è successo…