Il sogno è durato appena 5 minuti, giusto il tempo di vedere tornare a tirare in porta Lionel Messi, incredibilmente innocuo nella partita di andata, che portava in vantaggio i catalani. Da lì si è incominciato a capire che il match avrebbe preso una piega decisamente favorevole ai padroni di casa, che difficilmente sbagliano al Camp Nou: figuriamoci quando riescono a infilare gli avversari in così poco tempo. Quando poi non si è vista alcuna reazione rossonera degna di nota lo spettro della remuntada si è fatto sempre più vivo. Addirittura giunti alla mezzora Christian Abbiati aveva già collezionato un paio di parate importanti e i blaugrana superavano il 70% di possesso palla.
Chissà poi durante l’intervallo quante volte ‘Mbaye Niang avrà pensato al palo che ha colpito al minuto 38, dopo il gran regalo che gli aveva fatto Javier Mascherano. Per sua fortuna, il legno colpito non ha inciso sul risultato finale: anche se l’avesse messa dentro, il Milan non avrebbe evitato l’eliminazione. Un rimpianto più forte può averlo forse Robinho, che si è visto evitare il gol da Jordi Alba, il giovane terzino che in pieno recupero ha siglato il poker per il Barca: trovarsi sul 3-1 al minuto 82 avrebbe potuto cambiare le sorti della partita. Ma tant’è, le cose sono andate diversamente e Massimiliano Allegri dovrebbe chiedersi il perché dei tanti errori commessi dai suoi giocatori, decisamente lontani dalla concentrazione e dall’attenzione dimostrata due settimane fa a San Siro. È proprio da due palle perse tra difesa e centrocampo, infatti, che sono nate la seconda rete di Messi e quella di David Villa.
Il passivo di fine gara appare in ogni caso eccesivo, un po’ come capitato a parte invertite nella partita di andata. Va detto che il Milan ha giocato meglio di quanto fece allora il Barcellona, ma altrettanto si può dire dei catalani rispetto agli italiani: con il loro ritmo, i loro tocchi e la loro velocità hanno completamente stordito e annientato i rossoneri, che hanno trovato solo pochi momenti di lucidità che non sono riusciti a sfruttare. Anche quest’anno, quindi, come l’anno scorso, il Barcellona interrompe (con merito) il cammino europeo del Milan.
Certo, questa volta si era coltivata la speranza di potercela fare e quel che più dispiace non è tanto il non essere riusciti a realizzare il sogno, quanto la mancanza di determinazione degli undici rossoneri nel perseguirlo. All’andata il grande merito del Milan era stato quello di aver visto tutti gli elementi metterci anima e corpo, senza sbagliare praticamente nulla. Data la voglia di rivalsa catalana, si sarebbe dovuto come minimo mettere in campo oggi lo stesso impegno: o non c’è stato oppure è stato completamente annullato dai giocatori blaugrana. Se è così, gli alieni ci hanno riportato brutalmente sulla Terra. Galliani e Berlusconi hanno di che meditare, sempre che i medici del San Raffaele consentano al Cavaliere di sforzare le meningi (già impegnate contro le toghe rosse) nonostante i guai oculistici.