Se bastava far entrare Giampaolo Pazzini (o far uscire Antonio Nocerino) per risolvere la partita, tanto valeva procedere subito al cambio e risparmiare ai tifosi rossoneri un affaticamento delle coronarie. Se infatti dalla Sud a inizio match reclamavano più rispetto per Massimiliano Allegri (viste le voci di un ritorno come allenatore di Clarence Seedorf), c’è da chiedersi chi nutre il giusto riguardo per i tifosi, che da tempo devono fare i conti con i sorrisi soddisfatti di dirigenti che evidentemente faticano a comprendere che la partecipazione alla prossima Champions League è un obiettivo che non si può mancare (visti che quelli di inizio stagione sono stati miseramente falliti). E al minuto 65 davvero tutto sembrava perduto.

Il Milan ha iniziato la partita con il piede sull’acceleratore, aiutata da un Catania timido. Quasi si faticava a capire come avessero fatto gli etnei ad arrivare ai confini dell’Europa League. La risposta è arrivata chiara e cristallina da Nicola Legrottaglie alla mezzora: i rossoblù non sprecano ogni singola occasione che riescono a crearsi. Fortuna che il primo tempo viene salvato in extremis da Mathieu Flamini, anche se il suo gol apre un caso: che fine hanno fatto gli attaccanti rossoneri visto che le ultime cinque reti rossonere sono state firmate da centrocampisti?

Negli spogliatoi questa domanda probabilmente entra, ma in quello degli ospiti Rolando Maran sta nel frattempo decidendo che si può osare, forte anche della sicurezza che gli dà il suo quasi conterraneo Alberto Frison, capace di neutralizzare i tiri in porta rossoneri. La ripresa vede infatti un Catania aggressivo, che dopo 20 minuti riesce a tornare in vantaggio. E così al minuto 65 tutto sembra perduto: ci si chiede cosa ci faccia in campo Mario Balotelli, se non per litigare con l’arbitro e gli avversari; ci si chiede come possa Stephan El Shaarawy sbagliare completamente mira quando si ritrova in area con Frison da battere facile con un diagonale.

Passano nove interminabili minuti fino a che Pazzini non riesce a intercettare una pessima respinta di Frison su un siluro di Balotelli e a trovare il pareggio. Il pessimismo che fa pensare all’inutilità del 2-2 viene spazzato in soli tre minuti, quando ancora Pazzini si fa trovare pronto su un’altra respinta di Frison (questa volta su un tiro di El Shaarawy): il Milan si ritrova finalmente in vantaggio. Non serve che addormentare la partita con una fitta rete di passaggi per chiudere poi i conti nel recupero, quando Balotelli trasforma un calcio di rigore che si procura.

Il Milan si riporta così al terzo posto, controsorpassando la Fiorentina che aveva battuto 3-0 la Sampdoria nel pomeriggio. La prossima settimana il copione si ripeterà: domenica pomeriggio il Milan ospiterà il Torino, sapendo già il risultato della Fiorentina, che sabato sera affronterà al Franchi la Roma. I granata hanno quasi la salvezza in tasca, ma vorranno rifarsi dopo la sconfitta del derby. I giallorossi sono invece in piena corsa per l’Europa. Quattro partite e un solo punto di distanza tra Milan e Fiorentina: se bastasse far giocare Pazzini…