Ci sono voluti 87 minuti (e un gol di un difensore) per conquistare l’accesso ai preliminari di Champions League. Arrivati a 10 minuti dalla fine della partita sembrava impossibile riagguantare il terzo posto momentaneamente passato alla Fiorentina, dilagante a Pescara. Sembrava che il gol di Claudio Terzi condannasse il Milan all’Europa League. Tanto più che i rossoneri non riuscivano a farsi vedere con frequenza dalle parti di Gianluca Pegolo, pur bravo quando chiamato in causa. Le azioni più pericolose erano state quelle del primo tempo: una tre minuti prima del gol di Terzi (la parata di Pegolo sul tiro di Robinho), l’altra tre minuti dopo (la traversa di testa di Mario Balotelli). Super Mario (unica speranza per cercare di scardinare la retroguardia bianconera) era quasi sempre a terra, vittima di qualche fallo. E a terra ci è andato anche in area al minuto 83, portando Mauro Bergonzi a fischiare il calcio di rigore che ha rimesso in corsa il Milan. Dopo quattro minuti è poi arrivato il gol (il primo in questo campionato) di Philippe Mexes.

Dunque la nuova stagione del Milan comincerà in anticipo, con i preliminari di Champions League, che qualche volta hanno pure portato bene al cammino rossonero nel massimo trofeo continentale. L’immagine più bella del match di Siena resta comunque l’espressione di Adriano Galliani fino a prima del gol di Mexes: quasi gli si scorgevano delle lacrime sugli occhi. Ecco, l’amministratore delegato dovrebbe rivedersi presto in tv e imprimersi nella mente quell’immagine, tanto per capire qual è la reazione dei tifosi rossoneri alle sue risatine soddisfatte quando la stagione non è certo foriera di grandi risultati da festeggiare o alle sue parole sul nuovo “progetto Milan”, sui conti in ordine della società, ecc.

Giunti comunque all’ultima giornata si può tirare qualche somma sulla stagione, provando a fare delle pagelle per reparto. Portieri: Christian Abbiati e Marco Amelia non sono stati certi impeccabili in qualche occasione, anche se la maggior parte dei gol presi sono stati causati dagli errori dei difensori. Voto 6,5. Difensori: l’equilibrio si è raggiunto verso la fine della stagione. Nel girone di andata, infatti, è stato molto raro (è accaduto solo tre volte) che il Milan finisse una partita senza prendere gol. Oggi poi si è visto come Terzi è stato liberissimo di realizzare il suo primo gol in campionato. C’è da chiedersi che fine ha fatto Luca Antonini e a cos’è servito l’acquisto di Cristan Zaccardo a gennaio. Ottima la conferma del potenziale di Mattia De Sciglio. Voto 6.

Centrocampisti: sicuramente è il reparto che ha fatto vedere le cose migliori, soprattutto quando Riccardo Montolivo ha preso bene il ritmo. Antonio Nocerino ha forse sofferto l’addio di Zlatan Ibrahimovic. È stato un peccato vedere così poco in campo Nigel De Jong, mentre Kevin Prince Boateng non ha ancora convinto al 100%, specie dopo quel che aveva fatto l’anno scorso. Ottima sorpresa Mathieu Flamini, autore di quattro gol. Voto 7.

Attaccanti. Qui si cela “l’eroe” di quest’anno: Stephan El Shaarawy. Partito come quinto attaccante (aveva davanti Alexandre Pato, Robinho, Giampaolo Pazzini e Bojan Krkic) è stato il trascinatore del Milan fino a gennaio, quando poi è arrivato Mario Balotelli. Se quest’ultimo non doveva certo dimostrare le sue capacità, il faraone ha anche dato prova di spirito di sacrificio (memorabili alcuni suoi recuperi da terzino). Il calo di fine stagione ci sta tutto: non dimentichiamo che con le sue 36 presenze è il giocatore che ha timbrato più volte il cartellino quest’anno (con bel 16 gol all’attivo). Super Mario ha certamente dato un’ottima spinta (anche per la sua mira infallibile dal dischetto), mentre Krkic ha deluso molto, così come i brasiliani Pato e Robinho. Pazzini quando è in vena fa almeno doppietta, mentre si spera in una pronta esplosione di ‘Mabye Niang, veloce, ma scostante e poco preciso al tiro. Voto 7.

Allenatore: la squadra sembra ancora priva di una sua identità. Non c’è un’idea di gioco precisa e nelle ultime giornate si è notato quanto fosse macchinoso arrivare nell’area avversaria per concludere in porta. Sarà ancora Massimiliano Allegri ad allenare il Milan l’anno prossimo? La verità è che non sembrano esserci grandi alternative in circolazione. Si merita la sufficienza per essere riuscito alla fine a centrare l’obiettivo minimo e per essere stato in grado di sopportare una dirigenza da cui certo non si può prendere ispirazione per dare il proprio meglio.