Un esercito di 5 uomini, diretto da Italo Zingarelli
Martedì 20 agosto, andrà in onda, nel pomeriggio di Rete 4, alle ore 16:45, lo spaghetti western del 1969, dal titolo Un esercito di 5 uomini. La regia è di Italo Zingarelli, che oltre a dirigere fu anche stuntman e produttore, in particolare dei film di maggior successo del duo Bud Spencer e Terence Hill, come Lo chiamavano Trinità, …continuavano a chiamarlo Trinità e molti altri, lanciando ufficialmente di due attori.
Il cast comprende Bud Spencer, Peter Graves, Nino Castelnuovo, James Daly, Claudio Gora, Tetsuro Tamba, Giacomo Rossi Stuart e Daniela Giordano. Le musiche sono composte dal maestro Ennio Morricone e dirette da Bruno Nicolai. Il soggetto e la sceneggiatura sono firmati da Dario Argento.
La trama del film Un esercito di 5 uomini: un bottino per i ribelli messicani
La narrazione di Un esercito di 5 uomini è incentrata sulla vita di un fuorilegge americano che abita in Messico e che ama farsi chiamare l’Olandese. Costui, incaricato da un gruppo di ribelli messicani, chiede a sua volta al giovane Luis di trovare altri tre uomini per portare a termine un colpo. Mesito, un uomo molto forzuto, Augustus, un esperto di esplosivi ed un samurai giapponese faranno parte del gruppo di cinque uomini che si prodigheranno per salvare dalla fucilazione un capo dei ribelli Esteban.
Colpito dall’intraprendenza dei cinque, il capo rivoluzionario, affida loro un altro importante quanto pericoloso compito. La missione consiste nel rapinare l’oro trasportato da un treno dell’esercito, con l’intento di acquistare le armi per i rivoluzionari.
L’impresa, nonostante le tante difficoltà e la difesa del convoglio da parte dei militari, va a buon fine, mentre tutti i soldati vengono eliminati. I componenti del gruppo sono scettici nei confronti dell’Olandese, in quanto non sono sicuri che lui voglia davvero dividere il bottino con loro, invece l’uomo desidera davvero rispettare i patti.
Scoperti dai militari, gli uomini, riescono a difendersi abilmente e ad essere raggiunti dai messicani che, felici del risultato raggiunto, li festeggiano come se fossero degli eroi.