Un mini prestito può essere provvidenziale per combattere la lotta contro l’usura. È per questo motivo che Banca Mediolanum e Fondazione Santi Mamiliano e Rosalia hanno firmato nelle scorse ore a Palermo la prima convenzione di prestito legata alla legge 3/2012 sull’esdebitazione. La norma cosiddetta “anti-suicidi” nei suoi dieci anni di attuazione, infatti, non sempre è stata facilmente utilizzabile. Da qui la necessità di colmare le lacune.
Il sistema creato, come riportato da Avvenire, permetterà l’esdebitazione attraverso un prestito senza garanzia e ad un tasso vicino allo zero utile a pagare la parcella di avvocati e commercialisti. Il tetto è fissato a 5 mila euro, ovvero la somma che consente l’avvio della pratica presso un “Occ”, un Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento.
Per i primi due anni, coloro che ne usufruiranno, pagheranno soltanto il pre-ammortamento, vale a dire gli interessi. Il razionamento con una sola banca consente un risparmio importante, dato che si ottengono degli stralci e una riparametrazione sulla base della effettiva capacità del debitore.
Un mini prestito contro usura: l’iniziativa di Banca Mediolanum e Fondazione Santi Mamiliano e Rosalia
A illustrare l’accordo tra Banca Mediolanum e Fondazione Santi Mamiliano e Rosalia è stato Vittorio Alfisi, presidente dell’ente palermitano che fa parte della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II. “Ci siamo resi conto delle difficoltà che c’erano nell’accesso alla legge 3/2012 perché le persone che si rivolgevano a noi erano in una situazione economica disperata e non avevano i soldi per pagare del professionisti. Grazie a questa iniziativa, speriamo nei prossimi anni di aiutare un centinaio di debitori”, ha affermato.
È della stessa idea Giovanni Pirovano, presidente dell’istituto di credito. “Gli usufruito sono persone ‘non bancabili’, ai quali nessuno farebbe credito. Non devono però essere lasciate sole se vogliono intraprendere un percorso virtuoso. Non si tratta di soldi ‘regalati’ ma di prestiti a rotazione di cui noi ci assumiamo il rischio come banca”, ha concluso.