Alla luce delle temperature globali sempre più roventi, gli scienziati e i ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di trovare delle soluzioni per frenare il riscaldamento globale, un cambiamento climatico che sta mettendo a dura prova il nostro pianeta e di conseguenza le persone che ci vivono con picchi estremi di caldo ma anche violenti episodi come grandinate e temporali. L’ultima diea è quella di dispiegare un gigante parasole a milioni di chilometri di distanza nello spazio. A focalizzarsi sulla vicenda è stamane il quotidiano Times citando uno studio pubblicato su Proceedings da parte dell’Accademia Nazionale delle Scienze, che pone appunto l’attenzione sulla possibilità di bloccare parte dell’energia solare.



Un’opzione che ha trovato l’appoggio di altri ricercatori e studiosi, ma quasi tutti sottolineano quanto sarebbe complicato mettere in pratica un’idea di questo tipo, anche perchè stiamo parlando di tecnologia spaziale, che tra l’altro costa svariati miliardi di euro. Lo scudo, sempre secondo quanto sottolinea il Times, avrebbe un diametro di ben 600 chilometri, quindi quanto la distanza da Milano e Roma, una dimensione gigantesca che comporterebbe un trasporto nello spazio con vari viaggi. Sarebbe inoltre realizzato in materiale ultraleggero e secondo gli esperti potrebbe riflettere la luce verso il sole, evitando così che la Terra si surriscaldi eccessivamente.



PARASOLE GIGANTE NELLO SPAZIO PER DIMINUIRE IL CALDO: ECCO DOVE VERREBBE POSIZIONATO

Ma dove verrebbe posizionato di preciso questo parasole? Nel dettaglio sarebbe apposto nella regione nota come primo punto di Lagrange (L1), dove le forze gravitazionali fra la Terra e il Sole sono in equilibrio. Lo scudo dovrebbe essere inoltre molto pesante, per evitare che venga spinto verso il nostro Pianeta come una vela a causa della pressione esercitata dalla radiazione solare.

Di fatto una soluzione sarebbe quella di ancora il parasole, che peserebbe 3,5 milioni di tonnellate, ad una serie di asteroidi attraverso delle “catene” lungo milioni di chilometri. Secondo il dottor Istvan Szapudi dell’università delle Hawaii, a capo dello studio, l’energia si ridurrebbe dell’1.7 per cento, una diminuzione minima ma che sarebbe significativa sull’eccessivo caldo.