In Francia per la prima volta nella storia della medicina un paziente è stato trattato con un “succo di cellule cardiache” con lo scopo di testare la loro efficacia contro la cardiomiopatia. Questo problema affligge circa un persona ogni 20mila ma causa un lento cedimento del cuore, che non riesce a funzionare correttamente, pompando il sangue come dovrebbe, e rende impossibile compiere sforzi fisici a chi ne soffre.



Il “succo di cellule” per ora è stato testato solamente di un singolo paziente francese, che da luglio ad oggi non ha ancora dimostrato alcun effettivo beneficio. Tuttavia, il team di ricercatori che gli ha proposto l’innovativa iniezione ritiene già di per sé un successo che non abbia sviluppato alcun tipo di effetto collaterale, mentre le condizioni cardiache del paziente si sono stabilizzate. Occorrerà, insomma, più tempo per apprezzare un qualche risultato, con i ricercatori che si dicono fiduciosi ma consci che sia un processo lento. Non esiste, infatti, una letteratura accademica sul “succo di cellule”, ma solo parecchi test in laboratorio, svolti in diverse parti del mondo, che ne dimostrano l’efficacia, senza poter avanzare ipotesi sulle tempistiche. Il paziente francese, insomma, è destinato a fare la storia, nella speranza che sia in modo positivo.



Cos’è e come funziona il “succo di cellule”

Insomma, il “succo di cellule” è un preparato ancora in fase di test sull’uomo, mentre i ricercatori ipotizzano che oltre a poter trattare con successo la cardiomiopatia, potrebbe avere effetti positivi anche su altri tipi di malattie degenerative, come la distrofia muscolare di Duchêne, oppure i difetti neuronali o agli organi, come quelli renali. Allo stato attuale, tuttavia, è presto per fare ipotesi, così come per immaginare il futuro di questo potenzialmente rivoluzionario trattamento.

Parlando di “succo di cellule” si intende un mix di molecole atte a riparare un determinato malfunzionamento del corpo. Sono, infatti, ricavate a partire dalle cellule staminali programmate ad un determinato scopo, che seppur funzionino poi spariscono, innescando prima l’attivazione di una serie di molecole riparative per l’organo su cui sono state applicate. Quelle molecole che hanno la funzione di riparare gli organi sono alla base del “succo di cellule”. Questo, poi, viene iniettato nel paziente e tramite la normale circolazione sanguigna giunge al sito di interesse (nel caso della cardiomiopatia, il cuore), auspicabilmente attivando la riparazione dell’organo malfunzionante.