Un vicino troppo perfetto va in onda su Rai 2 oggi, 29 agosto 2020, inizio della proiezione fissata per le 14,00. Si tratta di una pellicola inquietante e noir, psicologicamente devastante e di grande tensione dall’inizio alla fine. Il film è già passato più volte sul piccolo schermo, anche in prime time e sempre con ottimi riscontri di audience. La regia di Doug Campbell, che nello stesso anno si impose una maratona alla regia con ben tre film, il Nostro, ‘Ossessione senza fine’ e ‘Spiati dai vicini’. è un regista nato e cresciuto per definire i momenti di brivido e tensione con grande senso del cinema sul filo del thriller horror, un regista che sicuramente avrete già incrociato in passato, se amate il cinema scritto per il piccolo schermo.
Nel cast Doug Campbell richiede sempre attrici al centro della vicenda, mostrando il lato diabolico dell’universo maschile pronto a cacciare la controparte femminile con istinti patologici, una cinematografia che non disdegna figure tipiche del serial killer americano, come nel nostro caso.
Quindi due attrici femminili al servizio del pathos cinematografico: Amy Pietz, americana di Milwakee, protagonista non solo in questa pellicola ma anche in altri lungometraggi tra il drammatico e il cinema del brivido, come la serie ‘Burn Notice – Duro a morire (Burn Notice)’ o ‘The Drew Carey Show’, un respiro comico in una carriera sempre in tensione professionale per ruoli intensi e noir, e la giovane Kelcie Stranahan, californiana, già incontrata nei Tv movie ‘Ricordi spezzati’ e ‘Senza traccia’.
Un vicino troppo perfetto, la trama del film
In ‘Un vicino troppo perfetto’ sono madre e figlia Allen, alle prese con il psicotico Steve, l’attore Brian Turk, da poco scomparso seguendo le ombre dell’amico, Luke Perry, un idolo generazionali, coppia che assieme si resero immortali con il telefilm ‘Beverly Hills 90210’, un triste destino congiunto. Jodie Allen ha diciotto anni, è una bella ragazza della Provincia americana e vive in assoluta tranquillità con la madre Andrea. Tranquillità e serenità che viene spezzata dalla violenta incursione nella sua casa da parte di uno psicotico che la aggredisce, minaccia, tenta anche di abusare di lei ma l’aggressione viene sventata.
Non saranno giorni semplici i successivi: in quella casa si respirano in ogni momento i ricordi di quell’aggressione, la tenuta mentale della ragazza è sottoposta a carichi emotivi altissimi, costanti, per il suo bene la madre Andrea decide di traslocare, andare il più lontano possibile da quel luogo, iniziare una nuova vita leccandosi le ferite e sperando che le cicatrici emotive si rimarginino al più presto.
È così ma solo all’inizio. Jodie infatti ha alcune esperienze che la turbano di nuovo, la sua apparente felicità ritrovata e riconquistata con fatica viene messa alla prova da ombre che si stagliano nel buio della casa a loro limitrofa, un’ombra maschile, una sagoma, che le ricorda quel passato dal quale la ragazza è fuggita.
Crede all’inizio di avere della allucinazioni dovute al poco tempo trascorso dall’aggressione; tra l’altro la madre, assieme alla polizia, aveva studiato perfettamente il luogo nel quale trasferirsi, senza darne notizia ad alcuno, in segretezza, quindi Jodie non dovrebbe avere motivo di stare in tensione.
Ma quella sagoma è inequivocabile: il vicino, un uomo che vive solo, sembrerebbe proprio il suo aggressore che l’ha seguita per terminare l’opera iniziata.
Il mistero rimane, ma scena dopo scena la matassa si dipana…